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Jonsson (Capital Group): Costruire portafogli "a prova di futuro"

10/19/2017 | Marcella Persola

E' l'analisi del gestore azionario globale della società che evidenzia come il concetto di investimento su scala mondiale è cambiato negli ultimi dieci anni.


"Il concetto di investimento su scala globale è cambiato rispetto anche solo a dieci anni fa. I rapidi avanzamenti in campo tecnologico, gli accordi di libero scambio e lo sviluppo delle multinazionali nei mercati emergenti hanno trasformato le strutture del mondo economico di oggi, permettendo alle società di competere per clienti, lavoro e capitali a livello globale. Questi profondi cambiamenti hanno modificato il modo di intendere gli investimenti su scala globale, non solo in termini di opportunità ma anche di decisioni di allocazione di portafoglio" spiega Jody Jonsson, (nella foto) gestore azionario globale di Capital Group.

Per questo l'esperta suggerisce di costruire portafogli "a prova del futuro".

 

"La globalizzazione e la crescita del libero scambio stanno avendo un impatto significativo sull’universo delle opportunità di investimento, nel senso che società basate in Europa, Giappone e Stati Uniti non generano più necessariamente la maggior parte dei loro profitti nei rispettivi Paesi di origine, come un tempo. Inoltre, lo sviluppo dell’economia in Cina, India e altri mercati emergenti, sta avendo un profondo impatto sull’economia globale e risvolti significativi per le società del mondo sviluppato. Quindi, per capire quanta parte del portafoglio è esposta all’economia globale, trovo che risalire a dove una compagnia genera i propri ricavi sia un metro molto più pratico e trasparente piuttosto che affidarsi a indici basati sulla residenza" sottolinea Johnsson.

 

"Spesso gli investitori si immaginavano le multinazionali come delle superpotenze delle commoditys o dell’industria pesante, ma una schiera di nuove compagnie globali sta emergendo rapidamente. Se il ventesimo secolo è stato guidato da una crescita fenomenale nello scambio di merci e beni industriali, il ventunesimo secolo è caratterizzato dalla digitalizzazione dei servizi e la crescente automazione della manifattura. La knowledge economy, o trade digitale, sta prendendo forza, e questo sta facendo crescere una nuova razza di giganti globali che sono compagnie basate sulle idee – come Amazon o Alphabet (Google). Queste compagnie sono creative, agili e connesse, e sfruttano la tecnologia a loro vantaggio" continua l'esperta di Capital Group.

 

"Con lo scomparire dei confini, la flessibilità di investire in società di tutto il mondo è diventata importante, dato che gli investitori cercano di beneficiare della globalizzazione. La crescita dell’indice FTSE Multinationals è un riflesso dello sviluppo del commercio globale sin dagli anni ’90. I membri dell’indice, che devono ottenere più del 30% dei ricavi al di fuori della regione di origine, sono cresciuti da 427 nel 1994 a 715" prosegue citando l'esempio di Apple " la supply chain attraversa 30 Paesi, ed è maestra dello sfruttare la geografia a proprio vantaggio, ricercando fornitori in grado di offrire componenti a prezzi concorrenziali che raggiungono i loro standard qualitativi. Inoltre, diverse multinazionali affermate come Unilever, Nestlé e Coca-Cola, nel corso degli anni, si sono avvicinate sempre più ai mercati finali. Hanno decentralizzato le loro attività per essere più locali, per sviluppare una più profonda conoscenza dei mercati locali e competere con il crescente numero di compagnie domestiche".

 

Quindi come fare? "Guardando al futuro, è probabile che i percorsi degli scambi globali si evolvano seguendo la crescente digitalizzazione del commercio e la possibilità di nuove strutture di costo e di tassazione in diverse parti del globo. Ovviamente, non tutte le compagnie internazionali prospereranno in questo ambiente. La ricerca fondamentale sarà la chiave per identificare potenziali vincitori. Avendo investito in compagnie globali per quasi tre decenni, ho scoperto che le società di successo hanno tipicamente team di manager innovativi, fondi di reddito diversificate e conti sempre in ordine. Queste sono le caratteristiche su cui mi concentrerei con la globalizzazione che entra in una nuova era" conclude Jonsson.

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