Il rischio politico è sempre più metabolizzato dal mercato, ma l’Italia resta una sorvegliata speciale. Lo spettro delle elezioni anticipate rispetto alla scadenza naturale del 2018, non immaginabili fino a poche settimane fa, stanno facendo assumere un atteggiamento di cautela nel breve termine nei confronti del nostro paese.

Ma quale potrebbe essere l’impatto sul mercato azionario italiano? “Ci aspettiamo che uno spostamento anche marginale di flussi dai bond, che hanno raccolto a livello globale 1.500 miliardi di dollari negli ultimi 10 anni, all’equità che ha raccolto zero, possa beneficiare anche l’Italia” spiegano gli analisti di Intermonte Advisory e Gestione. Per gli analisti di Intermonte le valutazioni restano attraenti.

L'invito, tuttavia, è quello di monitorare con attenzione la contrazione dei multipli in un contesto di tassi al rialzo: “Il mercato italiano - si legge nell'outlook mensile - è ancora cheap, anche se con uno sconto ridotto, sia rispetto ai pari sia alla sua storia. La pausa nel rialzo dei tassi sta mettendo in stand by anche il potenziale de-rating di settori e titoli che trattano a multipli più elevati. Il focus resta sulle mid-small cap grazie anche ai PIR, mentre vediamo un minore appeal dei titoli ad alto dividendo".  Le preferenze vanno alle società che uniscono crescita dei dividendi a potenziale di rialzo delle stime, in finanziari e nel settore oil, con un’occhio alle attività di M&A.