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Elezioni in Francia: l'impatto sui mercati della vittoria di Macron

5/8/2017

La vittoria più ampia del previsto è però senza dubbio positiva sia per l'Eurozona. Ecco la view dei gestori


Il candidato centrista ed europeista Emmanuel Macron sta festeggiando la vittoria, ampiamente attesa, alle presidenziali francesi. Questa mattina i mercati hanno reagito in modalità "sell the news":  sui listini del Vecchio Continente sono scattate le prese di beneficio, dopo la recente galoppata innescata dai risultati elettorali francesi del primo round. Dal punto di vista politico, l'attenzione si sposta ora sulle elezioni legislative francesi (11 e 18 giugno), il cui risultato è ancora incerto. La vittoria più ampia del previsto è senza dubbio positiva per l'Eurozona: con il rischio Frexit ormai fuori discussione, almeno per i prossimi cinque anni, è diminuito anche il premio sul rischio politico dell’area euro.

Sul fronte delle Borse, il principale rischio politico in Europa nell'anno in corso, almeno secondo la maggior parte dei gestori, è stato felicemente evitato con l'esito delle elezioni francesi. “Anche le maree populiste sembrano avere raggiunto il picco. Abbiamo preso questa occasione per aumentare le azioni europee, in quanto riteniamo che l'incertezza politica sia stata il principale fattore che ha trattenuto gli investitori, in particolare gli investitori stranieri, dallo spostare i loro fondi in Europa. I vantaggi dell'Europa non possono più passare inosservati. Accanto allo stabile ambiente macroeconomico, è l'earning momentum per le imprese europee e questo ne fa un forte caso per investire in Europa. Quest'anno ci aspettiamo una crescita a due cifre rispetto all'anno scorso.” sottolinea Britta Weidenbach (in foto), head of European equities di Deutsche Asset Management.

Quanto alle conseguenze immediate sui mercati obbligazionari, Generali Investments fa notare che “i tassi sulle obbligazioni governative europee si stanno attualmente consolidando intorno ai livelli raggiunti venerdì sera, con i Bund tedeschi che avevano chiuso al + 0,40%, e lo spread Francia-Germania a 45 punti base. Crediamo che il trend positivo per gli spread francesi su quelli tedeschi dovrebbe proseguire ancora un po', sebbene avessero già raggiunto livelli ai minimi storici prima di queste elezioni”.

Sul fronte macro, gli esperti delle case di investimento ora discutono le implicazioni di tale risultato per i negoziati sulla Brexit e per la possibile unione bancaria europea. “Macron è a favore di una maggiore integrazione, quindi dovrebbero esserci ora progressi sul fronte dell’unione bancaria in Europa. Il principale ostacolo è stato sin qui sul fronte tedesco, relativamente all’assicurazione sui depositi. Se tutto va nel verso giusto, dovrebbe esserci uno stimolo maggiore a favore del completamento dell’unione bancaria” spiega Azad Zangana, Senior European Economist & Strategist di Schroders.

“La vittoria di Macron ha fornito un nuovo stimolo positivo ai mercati, per quanto il risultato fosse in realtà già incorporato nelle valutazioni. Il populismo in Europa appare ora sconfitto, e il sentiment degli investitori dovrebbe continuare a migliorare, così come l’orientamento al rischio. Macron ha dichiarato di voler promuovere un’unione bancaria in Europa. Se riuscisse a creare un momentum favorevole in tale direzione, potrebbe esercitare delle pressioni sulle banche per consolidare e ripulire i bilanci, con opportunità potenziali per chi investe in non-performing loan” aggiunge Paul Hatfield, global cio di Alcentra (BNY Mellon).

Ma la di là della politica c’è chi invita ora a guardare alle banche centrali. “Occorre tenerle d’occhio, in quanto sotto la foglia di fico di mercati forti, calmi, le principali banche centrali stanno cominciando a orientarsi verso una politica più rigida” spiega Michael O’Sullivan, cio di International Wealth Management di Credit Suisse. “C’è stata una reazione davvero minima da parte del mercato alla dichiarazione della Federal Reserve di mercoledì scorso, e ci sono pochi ovvi timori sugli effetti di un inasprimento macroprudenziale in Cina. Per il momento solo le materie prime stanno registrando questi sviluppi e i metalli industriali nonché, in una certa misura, i titoli minerari in discesa in linea con i tassi cinesi. Storicamente la volatilità tende a essere correlata ai tassi a più breve termine e alla volatilità dei tassi dunque, a tale riguardo, la volatilità attualmente bassa può offrire un’opportunità di hedging a coloro che sono preoccupati per un inasprimento della banca centrale” prosegue l’esperto.

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