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Gli investitori cadono nella trappola del "Fake Alpha"

2/4/2017

L'Alpha? Non esiste. O meglio. Gli investitori retail non sono in grado di riconoscerlo. A malapena riconoscono il beta. Ecco perché ingenti somme di denaro vanno dove non c'è qualità di gestione.


L'Alpha? Non esiste. O meglio. Gli investitori retail non sono in grado di riconoscere il vero Alpha. Ad affermarlo una ricerca condotta dal Karlsruhe Institute of Technology (KIT) dal titolo esplicativo: "Fake Alpha". 

 

Come è ben evidenziato dall'intestazione dello stesso studio gli investitori cadono spesso e volentieri nella trappola dell'Alpha Falso. Privi delle competenze finanziarie adatte a valutare il reale contesto di mercato, privi delle conoscenze tecniche per giudicare le reali abilità dei gestori, confusi dalla propria percezione del rischio spesso e volentieri, secondo le analisi condotte dagli studiosi del KIT, gli investitori retail finiscono con il giudicare in maniera del tutto soggettiva le qualità dei gestori fino a individuare l'Alpha anche dove in realtà non c'è.

 

A detta degli studiosi - che si affidano a una lunga serie di analisi statistiche, come si può vedere dal pdf allegato - : ”There is no alpha. There is just beta you understand and beta you do not understand…”. Ovvero gli investitori sono solo in grado di capire o non capire il beta. Ma l'unico beta che capiscono è il "beta classico" (insomma al momento difficilmente gli investitori colgono la reale differenza tra beta e smart beta, figuriamoci tra beta e alpha - sembrano voler dire gli autori dello studio).

 

Conclusione: gli investitori finiscono con l'affidare ingenti somme di denaro a gestori che non hanno in realtà le abilità per offrire rendimenti positivi. E mantengono i loro investimenti anche di fronte a rendimenti negativi perché non riescono a valutare le abilità reali dei gestori.

 

Se le conclusioni del KIT sono veritiere è evidente che la grande sfida oggi per il mondo dell'asset management non è soltanto quella di offrire "qualità" agli investitori, ma anche quella di farla riconoscere, perché l'utilizzo dei tanti slogan di marketing ha raggiunto la clientela finale ma non l'ha messa in condizione di giudicare correttamente l'offerta. La sfida non è più tra Beta e Alpha, ma tra Fake Alpha e True Alpha.

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