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Opec, riunione fallita e il petrolio s'infiamma
6/9/2011 | federico.leardini
Opec spaccato in due e petrolio che torna a correre. Sono questi i principali risultati di un meeting dei paesi arabi produttori di greggio estremamente confuso, "uno dei peggiori vertici di sempre" secondo il ministro del petrolio saudita Ali al-Naimi
Opec spaccato in due e petrolio che torna a correre.
Sono questi i principali risultati di un meeting dei paesi arabi produttori di greggio estremamente confuso, "uno dei peggiori vertici di sempre" secondo il ministro del petrolio saudita Ali al-Naimi.
Solo 3 dei dodici membri del consiglio si sono detti favorevoli alla proposta saudita di aumentare la produzione di greggio di 1,5 milioni di barili al giorno.
L'Iran, presidente di turno dell'Opec, si è anzi schierato con decisione contro questa manovra e ha guidato la fazione dei contrari che ha prevalso numericamente, decretando il fallimento della riunione.
Quasi imbarazzato, il Segretario generale dell'Opec, Abdalla el-Badri, ha spiegato ai giornalisti: "Sfortunatamente non siamo stati capaci di raggiungere un accordo su aumentare la produzione oppure ridurla".
Una delusione per i Paesi consumatori.
Considerando i favorevoli precedenti, avevano confidato nelle parole del ministro saudita: un corposo incremento produttivo di 1,5 milioni di barili al giorno per raffreddare il prezzo del barile e non compromettere la flebile ripresa dell'economia mondiale.
Immediata la reazione dei contratti futures sui mercati; a New York il greggio Wti ha sorpassato i 101 dollari al barile per poi chiudere a 100,74. A Londra, il Brent ha superato i 118 dollari terminando a 117,75.
"Ci troviamo in una situazione in cui l'offerta non incontra la domanda", ha detto il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, aggiungendo che il presidente Obama sta tenendo aperta la possibilità di ricorrere alle scorte strategiche.
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