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Banche: italiane ancora fragili, ma la Bce fa da ombrello

6/30/2016

Lo stock di NPL non può essere ridotto grazie all’inflazione e la crisi ha aumentato i casi di default e mancato pagamento. L'analisi di Philippe Waechter (NAtixis AM)


Lo stock di NPL non può essere ridotto grazie all’inflazione, troppo bassa, e la crescita negativa a partire dalla crisi del 2008 ha aumentato i casi di defualt o mancato pagamento che contribuiscono a loro volta ad aumentare i NPL. Il sistema bancario italiano è ancora a rischio e "c’è la necessità di una ricapitalizzazione e, probabilmente, di una ristrutturazione del settore per limitare il numero troppo elevato di banche di piccole dimensioni".

Ma c'è la Bce a fare da ombrello continuando a immettere molta liquidità attraverso il quantitative easing e attraverso le operazioni Tltro: questo "limita la necessità di intervenire, come è invece accaduto in Spagna, e permetterà al settore di migliorare qualora la situazione macroeconomica dovesse essere più rosea". L'analisi è di Philippe Waechter, capo economista di Natixis AM, che avverte: il sistema bancario italiano è caratterizzato ancora da un ammontare cospicuo di NPL (non performing loans, ossia crediti deteriorati) e "il fondo Atlante lanciato ad aprile non è sufficiente per gestire tale ammontare".

La Bce, comunque, offrirà il proprio sostegno al settore affinché abbia tempo per ricapitalizzarsi e avviare un processo di concentrazione. Secondo Waechter, il tasso di inflazione più alto rispetto alla media europea in passato ha permesso di ridurre lo stock di NPL e "probabilmente è una buona ragione che può spiegare la resistenza del settore". Ciò, a detta di Waechter, spiega anche la sua struttura composta da due grandi banche, Unicredit e Intesa Sanpaolo, e da una miriade di banche minori e più fragili.

Ma l’economia è cambiata profondamente e questo tipo di aggiustamento oggi non è più possibile". In altre parole, secondo l'economista, la Bce si aspetta che la situazione economica italiana possa migliorare in modo da facilitare la ristrutturazione del settore bancario, evitando manovre pesanti. "La Bce sta riducendo i rischi sui bilanci delle banche italiane e sta facendo il possibile per migliorare il contesto macroeconomico. Se tali azioni dovessero funzionare, possiamo aspettarci delle fusioni e, alla fine del processo, un settore bancario certamente più solido. Ma ciò deve ancora avvenire, mentre rimane la domanda sulla capacità del settore di resistere con le attuali caratteristiche" conclude.

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