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Ripresa ancora anemica. E il dollaro vola

6/4/2015 | Redazione Advisor

Il QE della BCE? È arrivato tardi. Ma può ancora trasformare una "ripresa anemica" in un "recupero più vigoroso". Ad una condizione.


Il QE della BCE? È arrivato tardi. Ma può ancora trasformare una "ripresa anemica" in un "recupero più vigoroso". Ad una condizione: che venga "portato avanti su larga scala e abbastanza a lungo". A dirlo è John Greenwood, capo economista di Invesco, nel suo consueto outlook trimestrale nel quale sottolinea che “la Bce necessita di acquistare debito a lungo termine da istituti non bancari per poter garantire una crescita monetaria più rapida e un effetto di riequilibrio del portafoglio". 

 

"Per il 2015" continua Greenwood "ritengo probabile una crescita dell'1,2% nella zona euro, anche se alcuni Paesi, tra cui Germania, Spagna e Irlanda, hanno mostrato una crescita più vigorosa”. Non solo. L'esperto di Invesco prevede una persistente volatilità nei mercati valutari, obbligazionari e azionari nel 2015 a causa della marcata divergenza della politica monetaria delle principali banche centrali, che riflette le significative differenze nella crescita reale del Pil tra gli Stati Uniti e il Regno Unito da un lato e il Giappone e l'Eurozona dall'altro. “Se la Fed è attualmente sulla buona strada per aumentare i tassi di interesse alla fine dell'anno, il calo dell'inflazione britannica a zero potrebbe significare che Bank of England alzerà i tassi di interesse più tardi della banca americana. Nel frattempo, la Banca centrale europea e quella giapponese proseguiranno con gli acquisti di bond sovrani e con la politica dei tassi vicini allo zero”, dice il guru.

 

In questo scenario, Greenwood stima che il dollaro statunitense si rafforzerà ulteriormente quest'anno, per tre motivi principali: ripresa più avanzata dell'economia statunitense rispetto alle altre principali economie, attraendo flussi di capitale; probabile rialzo dei tassi di interesse nel corso dell'anno e nel prossimo da parte della Fed e prezzi delle materie prime persistentemente deboli che dovrebbero intaccare il valore delle valute di molti produttori di materie prime. "Le banche forniscono ora credito al posto della Fed, gli investimenti delle imprese sono in recupero e la spesa dei consumatori sta riprendendo il suo normale slancio: prevedo una crescita del 2,9% negli Stati Uniti per il 2015", conclude Greenwood.

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