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Azioni: il cammino che attende le borse europee

4/24/2015 | Redazione Advisor

Se gli utili sono effettivamente in aumento, vi è ampio spazio di miglioramento, spiega Paul Doyle, responsabile azionario per l'Europa, di Columbia Threadneedle Investments


Gli investitori professionali che avevano un atteggiamento ribassista riguardo all'Europa sono passati sul fronte opposto. Dalla recente indagine di Merrill Lynch sui gestori di fondi risulta che il 63% degli intervistati prevede di sovraponderare l'Europa quest'anno, rispetto ad appena il 18% del mese scorso, un vero e proprio record storico per questa indagine. Ciononostante, in Europa i mercati azionari dei paesi periferici hanno sottoperformato quelli dei paesi core di circa il 10% dai minimi toccati nell'ottobre scorso. Di seguito il commento di Paul Doyle, responsabile azionario per l'Europa, di Columbia Threadneedle Investments, che analizza le prospettive di mercato per l'Europa.
 

Guardando al futuro, prevediamo che le aspettative di utile e di crescita economica si consolidino nel corso dell'anno. Molti indicatori economici, quali i PMI, le vendite al dettaglio e di automobili, evidenziano segnali di solidità. Inoltre la disoccupazione è in calo e i salari reali iniziano ad aumentare. Le revisioni delle stime sugli utili europei sono da poco tornate positive per la prima volta dal gennaio 2011. Secondo Morgan Stanley, il rialzo delle azioni europee dai minimi toccati nel marzo 2009 è attribuibile per il 95% all'espansione dei multipli e solo per il 5% alla crescita degli utili. Di conseguenza, se gli utili sono effettivamente in aumento, vi è ampio spazio di miglioramento.
 

A inizio anno le aspettative sugli utili per il 2015 erano all'8% mentre attualmente si attestano al 9% (per l'Europa - Regno Unito incluso - il dato è ancora al 3,1%, a causa del notevole peso dei settori energetico e minerario). Secondo le nostre stime attuali, quest'anno la crescita degli utili societari in Europa (Regno Unito escluso) sarà del 10%. Anche le stime di consenso sul PIL dell'eurozona sono state riviste al rialzo, dall'1,0 all'1,3%. (Prevediamo una crescita del PIL dell'1,5% nel 2015). Non c'è dunque da rimaner granché delusi, al contrario, questo potrebbe essere il primo anno di revisioni al rialzo dal 2010. 


È incoraggiante che i timori di deflazione sembrino aver già raggiunto il picco massimo e si inizino a intravedere i primi segnali di riforme strutturali in Francia e in Italia, due paesi rimasti indietro sotto questo aspetto. Il dato attuale sull'espansione del credito, se annualizzato, indicherebbe un incremento del PIL dell'eurozona pari a EUR 120 miliardi (1,2%). Con un simile livello di leva operativa per le società europee, i nostri dati sulla crescita degli utili potrebbero salire al 15-20%.


Sebbene le ampie oscillazioni dei mercati osservate da inizio anno suggeriscano che molto è già stato scontato, le valutazioni delle azioni europee sono comunque interessanti, in particolare se confrontate con quelle del reddito fisso e della liquidità. Il mercato europeo offre tuttora un rendimento di oltre il 3% rispetto ai tassi zero o addirittura negativi di molti altri strumenti finanziari. Inoltre, qualora i tassi di crescita nominale delle economie nazionali europee dovessero iniziare a crescere, la leva operativa aumenterebbe ulteriormente, sostenendo gli utili delle aziende europee in misura ancora maggiore nei prossimi anni, a fronte di rendimenti piatti o in flessione osservabili in molte altre regioni del mondo.

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