Se mettiamo da parte lo spauracchio della Grecia, il 2015 potrebbe rivelarsi migliore delle previsioni con una crescita vicina al 2% grazie agli effetti del programma della BCE da 1,1 miliardi di euro per l’acquisto di titoli obbligazionari e al basso prezzo del petrolio. Ne è convinto Jon Jonsson, gestore del fondo Neuberger Berman Global Bond Absolute Return, che ricorda come lo stop alla crescita europea lo scorso anno può essere imputato all’apprezzamento dell’euro fino a 1,4 sul dollaro e l’impatto negativo degli stress test della Bce sul flusso di crediti.

“Per la prima volta dalla metà del 2012 i prestiti al settore privato hanno visto il segno più a fine dello scorso anno. Inoltre, il QE dovrebbe diminuire il costo del credito e renderlo più accessibile. Anche gli sgravi fiscali dovrebbero essere favorevoli. Ci sembra ragionevole attenderci una crescita vicina al 2% piuttosto che all’1,3% previsto dalla Commissione Europea. Nonostante questo, persistono dei rischi a causa delle politiche di austerity ancora in essere e del fatto che molte banche sono ancora ritenute troppo grandi e devono affrontare un deleverage continuo” spiega Jonsson.

In base a queste premesse sull’Europa, il gestore ha aumentato l’esposizione verso i titoli ad alto rendimento europei concentrandosi su quelli BB che avevano sofferto in misura particolare di fondamentali deboli, soprattutto i titoli governativi, e ha scelto nomi candidati ad un miglioramento di rating verso il segmento IG. Il fondo ha una posizione del 10% sui titoli ad alto rendimento, divisi tra Europa e USA.

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