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Energia, Swiss&Global AM spiega il rapporto petrolio-gas

3/18/2015 | Redazione Advisor

La discesa del prezzo del petrolio potrebbe significare un aumento del prezzo del gas naturale negli Usa. Evelyne Pflugi e Roberto Cominotto gestori del fondo JB Energy Transition Fund provano a spiegare la situazione per quanto riguarda il settore energetico.


La discesa del prezzo del petrolio potrebbe significare un aumento del prezzo del gas naturale negli Usa. Evelyne Pflugi e Roberto Cominotto gestori del fondo JB Energy Transition Fund di Swiss&Global Asset Management provano a spiegare la situazione per quanto riguarda il settore energetico.  

 

Quando si tratta di prevedere l’andamento del prezzo del gas naturale è opportuno prendere in considerazione gli ultimi drammatici movimenti nel mercato del petrolio. Dopo essere rimasto tra i 100 e i 120 dollari al barile per quasi quattro anni, il prezzo del greggio è precipitato nella seconda metà del 2014. A causa dei cicli d’investimento brevi, tipici dell’estrazione di “shale oil”, il calo del prezzo sta già facendo sentire i suoi morsi sull’industria: i produttori hanno ridotto il numero di pozzi attivi di oltre il 30% negli ultimi quattro mesi e continuano a diminuire l’attività. Per questo la rapida crescita della produzione petrolifera USA è destinata ad arrestarsi per cominciare un sentiero di discesa nei prossimi mesi. Del declino della produzione di petrolio ne risentirà anche quella di gas naturale associato, fino ad oggi alla base della crescita della produzione. Il fatto interessante è che questo declino potrebbe verificarsi nello stesso momento in cui la domanda di gas naturale inizia a crescere grazie alle prime esportazioni di gas naturale liquefatto previste a fine 2015 o inizio 2016, e alla dismissione di numerosi impianti a carbone fossile causata da nuove, più stringenti norme ambientali sulla qualità dell’aria. Nel breve periodo i prezzi del gas naturale continueranno a rimanere deboli a causa della minore domanda per uso domestico rispetto all’anno scorso e al ritardo con cui verranno registrati gli effetti di un minor numero di impianti attivi. Ma condizioni di domanda/offerta sensibilmente migliorate potrebbero portare a prezzi più alti già dalla seconda metà del 2015 e nel 2016.

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