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3/9/2015
L’India è tornata al centro dell’attenzione degli investitori. Forte di un’economia più grande di Australia e Canada messe assieme, il paese per la prima volta negli ultimi 30 anni può contare su un governo, quello guidato dal primo ministro Narendra Modi (nella foto), con un forte mandato per poter cambiare il paese. Piacciono le riforme in grado di attirare maggiori investimenti privati in un paese che conta oltre un miliardo di abitanti, ma anche l’attuale contesto dominato dai prezzi del petrolio ai minimi storici che dovrebbe spingere ulteriormente l’economia del paese.
Per capire il sentiment tra i principali investitori, basta leggere Goldman Sachs, che titola il suo ultimo report sul paese “India in a sweet spot”, il paese sta sta per colpire la palla (da tennis) nel modo giusto. L'India, sottolineano gli analisti della banca americana, è passato dall’essere una delle economie più fragili dei paesi emergenti nella metà del 2013 alla metà preferita dagli investitori quest’anno. L’outlook ha toni ottimistici: per il biennio 2015 - 2016 la ripresa sarà sostenuta dai bassi prezzi del petrolio e da un governo che promette di marciare spedito lungo la strada delle riforme.
Perché conviene rimanere bullish sul mercato azionario del paese nel medio termine e quali sono i trend che gli investitori dovrebbero tenere sott’occhio? Secondo Goldman Sachs, che stima una crescita del PIL per il paese del 6,3% nel 2015 e il sorpasso della Cina per ritmo di crescita a +7% nel 2017, principalmente per due fattori: il trend demografico positivo e un governo che si sta muovendo nella direzione giusta, anche se i maggiori rischi provengono proprio da quest’ultimo, qualora non riuscisse a realizzare tutte le riforme promesse e a continuare a creare nuovi posti di lavoro.
David Park, gestore azionario di Carmignac Gestion, invita a focalizzarsi sulla modifica del “The Land Acquisition Act Amendement”, una legge che permette allo stato di espropriare le terre ai privati per scopi pubblici. Una riforma chiave per far ripartire un nuovo ciclo di investimenti, tra cui la costruzione di nuove 100 città ferrovie e nuove miniere di carbone (quelle indiane soddisfano l’80% del fabbisogno nazionale, ma necessitano di raddoppiare la produzione per permettere di raggiungere l’obiettivo di crescita del 7%). Senza l’ok del Parlamento, questi progetti rischiano lo stallo.
Che il momento sia favorevole per le azioni indiane, infine, lo dimostra l’andamento dei listini indiani da inizio anno (+44%). Il gestore francese, per cavalcare la crescita della tigre asiatica, ha selezionato tre titoli: Bharti Airtel, per avere un’esposizione al tema dello sviluppo del mobile phone; ICICI Bank, per cavalcare il tema dello sviluppo delle banche private che continuano a erodere quote di mercato agli istituto controllati dallo stato; e United Spirtis, che ha il 45% delle quote di mercato dei liquori nel paese.
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