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PIMCO, il ruolo delle obbligazioni in portafoglio

2/25/2015

Con rendimenti persistentemente bassi, gli investitori che si interrogano sul ruolo delle obbligazioni in portafogli. Scott Mather, CIO U.S. Core Strategies, spiega cosa fare in questo contesto di mercato


Con rendimenti persistentemente bassi, gli investitori che si interrogano sul ruolo delle obbligazioni in portafogli. Scott Mather, CIO U.S. Core Strategies di PIMCO, spiega cosa fare in questo contesto di mercato.

 

Tutte le attività finanziarie, non solo le obbligazioni, hanno registrato aumenti delle quotazioni negli ultimi anni per effetto delle politiche monetarie adottate in tutto il mondo. I rendimenti futuri sono stati anticipati a oggi e ciò significa che il potenziale di rendimento di numerosi strumenti finanziari sarà inferiore. Inoltre, occorre ricordare che i rialzi dei tassi d’interesse avverranno molto gradualmente rispetto al passato e che la destinazione finale dei tassi di equilibrio sarà molto più bassa di quanto sia stata in qualsiasi momento degli ultimi decenni. Tuttavia, è importante che gli investitori ricordino il motivo per cui detengono obbligazioni: una strategia obbligazionaria core ben diversificata funge da ancora per il portafoglio. È in grado di fornire reddito e protezione del capitale nonché di produrre performance generalmente positive quando gli investimenti più rischiosi perdono terreno. È altresì importante distinguere tra una strategia che investe ciecamente in un indice, ed è quindi completamente soggetta agli alti e bassi dei mercati, e una strategia a reddito fisso attiva. Nell’odierno contesto di bassi rendimenti, i benefici di una gestione attiva sono più che mai importanti. L’alfa rappresenterà una percentuale maggiore delle performance in futuro.

 

Per quanto riguarda le strategie di investimento da attuare nel corso dell'anno, le idee sono chiare. 

 

In primo luogo, abbiamo modificato la nostra esposizione alla curva dei rendimenti in modo da allontanarci dal segmento a breve, che riteniamo significativamente sopravvalutato, focalizzandoci sulle scadenze a 7-10 anni. Inoltre, alcuni comparti presentano valutazioni errate, a nostro giudizio, come le obbligazioni indicizzate all’inflazione. Nel mercato dei TIPS, ad esempio, i differenziali d’inflazione di pareggio a 10 anni sono scesi all’1,5% di recente, un livello che riflette aspettative d’inflazione decennali molto basse e a nostro avviso irrealistiche. Una volta che i prezzi del petrolio e l’inflazione complessiva saranno tornati a salire, riteniamo che il mercato considererà i TIPS come un’asset class sottovalutata. Siamo inoltre dell’idea che il dollaro si trovi probabilmente all’inizio di un lungo trend rialzista, anche se potrebbe registrare un’elevata volatilità in futuro. Non solo è salito da livelli di relativa sottovalutazione, ma date le continue divergenze nell’economia mondiale, il dollaro ha ancora un potenziale di rialzo significativo. In generale, l’aumento della divergenza globale, della volatilità e degli eccessi di mercato creerà eccellenti opportunità per gli investitori obbligazionari attivi. Ma è necessaria una buona protezione, poiché la politica monetaria dovrebbe rappresentare un ostacolo per tutte le attività finanziarie anziché un fattore positivo duraturo come è stata negli ultimi anni.

 

 

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