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1/22/2015
"I rendimenti negativi del mercato monetario e degli investimenti obbligazionari a breve termine suggeriscono l’incapacità della politica monetaria o di una certa politica che ha raggiunto i suoi limiti. Il QE costituisce una forma occulta di finanziamento dei deficit di bilancio, e dunque perché non intervenire in modo più diretto?" E' una delle domande che si pone Chris Iggo (nella foto), cio fixed income di AXA Investment Managers, nella sua newsletter settimanale.
"Se io fossi primo ministro (so bene che non accadrà, ma pensate a Ed Milliband!), spingerei per un massiccio programma di spesa pubblica e tagli fiscali, finanziati con l’emissione di debito a lungo termine con tassi d’interesse ai minimi storici. Non solo così si stimolerebbe la crescita, ma si emetterebbero titoli a lunga scadenza adatti a soddisfare la domanda degli investitori – specialmente se fossero indicizzati in modo tale che i rendimenti reali fossero in qualche modo protetti".
"Le banche centrali hanno creato liquidità ma non ci sono sufficienti possibilità di investimento per gli investitori che prediligono il reddito fisso. Per questo occorre emettere nuovi titoli. Titoli collegati alla crescita economica a lungo termine".
"Un’obbligazione governativa a 60 anni con una cedola collegata al Pil nominale sarebbe interessante per gli investitori anche con una cedola iniziale molto bassa, allineata ai tassi di mercato correnti. Il governo recupererebbe liquidità, potrebbe dare stimolo all’economia attraverso le politiche fiscali e avrebbe impegni di pagamento collegati alla crescita futura dell’economia".
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