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Emergenti, Raiffeisen si fida di Russia e Cina

11/3/2014

L'analisi sui mercati emergenti della società indica in quali aree dei mercati azionari è possibile trovare opportunità interessanti


Se si considerano le statistiche di lungo periodo, settembre è il mese di borsa più debole dell’anno e anche quest’anno viene nuovamente confermata questa statistica. I mercati azionari degli EM, d’altra parte, presentano ancora valutazioni per lo più attraenti, in particolare in Russia e Cina. E' l'incipit dell'analisi di Raiffeisen Capital Management sui mercati emergenti. Proprio nel caso di questi due mercati ciò è logicamente anche da ricondurre ai rischi specifici dei singoli paesi. In questo caso, i corsi molto bassi hanno, però, già anticipato contemporaneamente un gran numero di andamenti negativi potenziali che probabilmente non si verificherà.
 
In Russia, considerando il deprezzamento del rublo e i continui flussi di capitali in uscita, persistono i timori sulla possibile introduzione di controlli sui movimenti dei capitali, anche se questo è stato smentito più volte dalle autorità. Va tuttavia sottolineato che nel rublo più debole e nei rendimenti obbligazionari in rialzo si vede chiaramente l'agitazione degli operatori di mercato.
 
In Turchia, sul fronte dell’economia rimane molto alta l’inflazione; i prezzi sono aumentati intorno al 9% rispetto all’anno precedente. L’obiettivo dell’inflazione ribadito ostinatamente dalla banca centrale del 7,6% a fine anno sembra sempre più assurdo. Il tasso guida e il corridoio dei tassi d’interesse non sono stati modificati dalla banca centrale. Il difficile contesto di mercato non ha inoltre permesso ulteriori allentamenti della politica monetaria senza mettere in dubbio la credibilità della banca centrale ancora di più.
 
In Polonia si sta delineando un ulteriore rallentamento della congiuntura ancora abbastanza forte nella prima metà dell’anno. L’indice dei direttori d’acquisto si trova ancora poco sotto il 50% e segnala dunque una leggera contrazione per i prossimi mesi. Allo stesso tempo, il tasso d’inflazione nell’ultimo periodo è sceso addirittura leggermente sotto lo zero. Secondo la banca centrale ciò è soltanto un fenomeno passeggero; i prezzi dovrebbero di nuovo salire di oltre il 2% p.a. nel 2016.
 
In Repubblica Ceca, i più recenti dati economici relativi alla Repubblica Ceca segnalano una dinamica dell’economia complessivamente ancora positiva, anche se leggermente in calo. Vendite al dettaglio, produzione industriale e anche indicatori di sentiment economici (miglior dato da 3 anni) sono stati tutti al di sopra delle attese del mercato. Contrariamente alla Polonia, l’economia ceca finora non ha risentito quasi della crisi intorno all’Ucraina, anche se gli ordini export e la produzione industriale non riescono più a tenere del tutto i tassi di crescita relativamente alti degli ultimi mesi. Intanto aumenta leggermente l’inflazione, ma con uno 0,6% è ancora troppo bassa per la banca centrale.
 
In Ungheria, dati congiunturali positivi in Ungheria – il parlamento obbliga le banche a rimborsi miliardari nei confronti dei contraenti di mutui.

 

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