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10/13/2014 | Massimo Morici
Il passaggio di WhatsApp a Facebook per 19 miliari di dollari e l'acquisizione dei camion Scania da parte di Volkswagen per 9 miliardi, entrambe siglate lo scorso febbraio, o il progetto di fusione di Time Warner Cable con Comcast per ben 65 miliardi, annunciato il mese successivo. I gestori più avveduti sanno sfruttare le inefficienze che si registrano sui mercati in occasione di operazioni di fusioni e acquisizioni per migliorare le performance del loro fondo. Soprattutto se si utilizzano determinate strategie, mutuate dal mondo degli hedge fund, quali la merger arbitrage, un'operazione long/short in cui è essenziale comprendere il market timing per saper cogliere l'alpha nella decisione di acquisto e vendita delle società coinvolte nel deal. E che l'ambiente nei prossimi mesi per operazioni di questo tipo sarà dei migliori, lo assicurano due esperti del settore.
“Stiamo assistendo a una crescita accentuata delle attività di M&A da inizio anno e credo che questo trend non si attenuerà nei prossimi mesi: il mercato delle operazioni di fusione e acquisizioni è ciclico e la prossima onda è proprio davanti a noi” spiega Edouard Petitcollot (nella foto a sinistra), 10 anni di esperienza nelle strategie arbitrage, gestore francese che assieme a Olivier Baccam (nella foto a destra) gestisce il fondo Candriam Risk Arbitrage (quasi 130 milioni di euro in AUM), uno dei primi European Merger Arbitrage nel Vecchio Continente, lanciato nel 1996. AdvisorOnline.it li ha intervistati a Milano in occasione di alcuni incontri con importanti clienti istituzionali.
Ma partiamo, anzitutto, dal fondo che i due hanno in gestione, un UCITS IV a performance assoluta che investe principalmente nel mercato europeo e Nord Americano con l'obiettivo di sovraperformare l’indice Eonia su un orizzonte di investimento di 18 mesi mantenendo una bassa volatilità. Baccam e Petitcollot si avvalgono, inoltre, dell’assistenza di un team quantitativo composto da tre analisti e da un team di ricerca macroeconomica formato da quattro economisti.
“Il mercato è migliorato negli ultimi 10 anni a livello di liquidità, fiducia e stabilità. Le aziende sono molto liquide, basti pensare che le società statunitensi non finanziarie hanno accumulato quasi due trilioni di dollari alla fine del 2013. Il mercato del credito è molto aperto, facile ed economico grazie anche ai bassi tassi di interesse. E anche la fiducia dei ceo è aumentata: l'84% degli executive, stando a un recente sondaggio di Deloitte, si aspetta un'accelerazione nelle attività di M&A nei prossimi 24 mesi e il 60% delle aziende che hanno partecipato alla survey ha un piano di espansione in futuro nei mercati esteri tramite acquisizioni. L'ambiente stabile, inoltre, è sostenuto dall'efficace azione delle banche centrali, Bce e Fed in testa”. Che il terreno sia fertile, lo dimostrano anche l'elevato numero di "big deal" annunciate da inizio anno. "Per dirne una, abbiamo assistito ad operazioni addirittura in segmenti maturi come il cemento, mi riferisco al big deal del colosso Lafarge (la fusione con Holcim per 37,5 miliardi di dollari, annunciata lo scorso aprile, ndr), e non solo in comparti più dinamici come l'health care” aggiunge Baccam.
La strategia del fondo si focalizza su quegli eventi aziendali, principalmente operazioni di M&A, ristrutturazioni, che possono creare una discontinuità del prezzo di un titolo, acquistando o vendendo le aziende interessate in base alle anticipazioni dei gestori su come si concluderà l’accordo. Il processo, che comprende cinque fasi, parte dall'identificazione delle opportunità di investimento da parte dei due gestori del fondo. “Dall'universo dei deal annunciati, soprattutto in Nord America ed Europa, riusciamo a monitorarne attentamente 500 – specifica Petitcollot - da cui poi estraiamo un portafoglio di 100 eventi, grazie all'analisi di ciascuna opportunità di investimento e la valutazione della probabilità che si verifichi l’evento e anche dell'obiettivo di rendimento e della perdita massima. Solo dopo viene selezionata la strategia considerando il rapporto rischio e rendimento”.
Quanto alle performance, da inizio anno il fondo viaggia sopra il 2%, sopra il benchmark (l'Eonia) che a fine agosto è finito addirittura sotto zero.
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