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Referendum in Scozia, ecco gli impatti secondo Loomis

9/15/2014

In vista del referendum sull'indipendenza, Laura Sarlo, senior sovereign analyst di Loomis, Sayles & Company, prova a spiegare quali potrebbero gli scenari dopo le urne


Dovrebbe essere la Scozia uno Stato indipendente? E' questa la domanda alla quale, il 18 settembre, dovranno rispondere gli scozzesi. Ma quali potrebbero essere gli impatti in caso di vittoria del 'si', piuttosto che del 'no? Una domanda alla quale prova a dare una risposta Laura Sarlo, senior sovereign analyst di Loomis, Sayles & Company.
 
"L’esposizione più rilevante riguarda le banche inglesi e i titoli governativi UK. Vediamo la possibilità che i depositi possano muoversi nel caso di una vittoria del “si”, ma non vediamo un impatto materiale sugli istituti bancari. Prevediamo un potenziale aumento della volatilità sul mercato delle obbligazioni governative inglesi, ma non crediamo che il “si” possa rappresentare un evento materialmente negativo per i titoli sovrani".
 
"Crediamo che la parte restante del Regno Unito manterrà il suo rating AA. Gli investitori dovrebbero trarre vantaggio dal sostegno al mercato dei governativi fornito dal Tesoro e dalla BoE all’inizio dell’anno".
 
"Mentre le agenzie di rating hanno annunciato che una Scozia indipendente potrebbe avere un rating A, dovremmo avere qualche ulteriore informazione su come potrebbe essere il nascente sistema fiscale in modo da stimare un rating. Alcune domande chiave che richiedono una risposta nei 18-24 mesi successivi a un eventuale voto “si” sono: valuta, banca centrale e prestatore di ultima istanza, confini marittimi e divisione delle risorse di petrolio nel Mare del Nord, appartenenza all’Unione Europea e alla NATO".
 
"La Scozia rappresenta circa l’8% dell’economia e della popolazione inglese attuale. Questo referendum è l’ultimo step di un lungo processo di decentramento di poteri alla Scozia. Oggi il governo scozzese è largamente responsabile per alcuni settori chiave come l’educazione e il sistema sanitario nazionale, con ulteriori poteri già programmati per l’inizio del 2016. Anche se la Scozia dovesse votare “no”, continueremo a vedere maggiori poteri trasferiti da Londra a Edimburgo".
 
"Il voto scozzese ha implicazioni più ampie che coinvolgono la nascita di stati nazionali, come ad esempio l’impatto che potrà avere sul voto per l’indipendenza della Catalogna in Spagna programmato per novembre. La Catalogna pesa per circa il 20% del PIL della Spagna e il governo centrale ha mantenuto una posizione molto ferma nei confronti dell'amministrazione locale con la possibile conseguenza di aumentare ulteriormente il rischio sugli asset spagnoli".

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