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Pictet si fida dell'Europa, meno degli Usa

9/15/2014

Sentiment migliorato sull'Europa, più prudenza sugli Stati Uniti. E' quello che emerge dal barometro degli investimenti di Pictet del mese di settembre


Sentiment migliorato sull'Europa, più prudenza sugli Stati Uniti. E' quello che emerge dal barometro degli investimenti di Pictet del mese di settembre. 
 
"Nel nostro portafoglio regionale promuoviamo l’Europa ad un peso neutrale, mentre riduciamo l’esposizione nei confronti degli Stati Uniti. Confermiamo la preferenza per i mercati emergenti. Abbiamo deciso di rafforzare la ponderazione dei titoli europei in quanto le condizioni di liquidità stanno migliorando e negli ultimi mesi gli 
investitori hanno evitato l’asset class, alleggerendo il loro posizionamento. Anche le valutazioni appaiono meno elevate dopo il periodo di sottoperformance della regione. Se i dati deludenti sulla crescita dell’eurozona e l’escalation della crisi fra Russia e Ucraina gettano un’ombra sui mercati, la debolezza congiunturale aumenta le probabilità che nei prossimi mesi la BCE vari ulteriori misure di stimolo monetario per ridare iato alla ripresa". 
 
"La prospettiva di nuove iniezioni di liquidità rappresenta un potente elemento di sostegno per le borse 
europee, favorite inoltre dal calo dell’euro (–5% contro l’USD da maggio). Questi fattori positivi dovrebbero contribuire a colmare il divario di performance fra il mercato europeo e quello americano".
 
"Gli Stati Uniti godono ancora di solidi fondamentali: l’attività manifatturiera si intensifica e gli utili aziendali evidenziano una crescita robusta. Tuttavia, l’economia comincia a perdere slancio. I titoli sono saliti ai massimi storici in seguito alla forte crescita del PIL nel secondo trimestre (+4,2%) e le valutazioni cominciano ad apparire elevate. Sul mercato incombe inoltre il rialzo dei tassi di interesse USA dopo la conclusione del programma di acquisto di obbligazioni della Fed, verso fine anno. Abbiamo quindi deciso di sottopesare il Paese". 

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"Manteniamo una posizione neutrale sul Giappone. Le valutazioni appaiono ragionevoli, ma vediamo segnali di stallo dell'economia. La BoJ ha prospettato un ampliamento del massiccio programma di stimolo, ma la tempistica è ancora incerta. Sinora, inoltre, la terza freccia delle riforme strutturali prevista dal piano per la crescita del Primo Ministro Shinzo Abe non ha dato i frutti sperati. Malgrado questa battuta d’arresto temporanea, lo scenario a medio termine ci sembra positivo grazie ad una serie di fattori: la debolezza dello yen, una migliore corporate governance e la probabile rotazione degli investitori istituzionali verso il mercato azionario". 
 
"I Paesi emergenti presentano tuttora buoni fondamentali, ma abbiamo preferito ridurre il sovrappeso dell’asset class in considerazione di performance superiori rispetto a quelle dei mercati avanzati da marzo e di un sentiment diventato più neutrale. Nel medio periodo confermiamo un giudizio positivo in previsione di una ripresa delle economie emergenti nella scia dell’accelerazione dell’attività a livello globale. La posizione di maggiore sovrappeso resta quella sulla Cina". 
 
"Nella nostra ripartizione settoriale privilegiamo tuttora le aree cicliche che verso ine anno dovrebbero beneiciare di una robusta crescita globale. I titoli ciclici presentano inoltre valutazioni allettanti rispetto a quelli difensivi. Sovrappesiamo l’energia sia alla luce di prospettive più favorevoli per il petrolio nel quadro di persistenti rischi geopolitici, sia in considerazione dei prezzi delle commodity, attualmente al livello più basso del recente intervallo di contrattazione. Il settore energetico risulta inoltre il più conveniente in base alle nostre valutazioni. Gli altri settori sovrappesati sono materiali, industria e finanza. Abbiamo invece sottopesato i beni 
voluttuari, dove vediamo valutazioni elevate e una decelerazione degli utili. In base alle valutazioni ribadiamo la nostra preferenza per le large cap rispetto a mid e small cap". 

 

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