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8/28/2014
Le parole più adatte per descrivere l’economia russa in questo momento sono incertezza e rallentamento. Ci sono 3 trend attualmente in atto – problemi strutturali, fattori ciclici e implicazioni geopolitiche – ed è difficile stimare la portata di ognuno di questi in quanto tendono ad alimentarsi l’uno con l’altro. Marcus Svedberg, chief economist di East Capital, spiega perché la Russia resta al centro della mappa degli investimenti.
Il rallentamento strutturale nel 2011-2013
Vi è incertezza nel senso che il rallentamento strutturale sottostante esistente è stato messo in ombra dal quello ciclico iniziato nel 2011. Il FMI e la maggior parte degli analisti hanno sostenuto che il rallentamento degli ultimi anni sia stato ‘principalmente strutturale’ dato che il divario produttivo (la differenza tra la crescita reale e quella potenziale) è stato quasi colmato.
Il rallentamento geopolitico e strutturale nel 2014-2015
Ci aspettiamo che l’economia russa cresca dello 0% nel 2014 e del 2% nel 2015 con una continuazione del rallentamento e che le economie globali ed emergenti accelerino. Si prevede che l’economia russa rallenterà ulteriormente anche se il trend globale è positivo. È difficile constatare con precisione quanta della debolezza russa sia dovuta a problematiche strutturali e quanta alle incertezze geopolitiche e alle sanzioni ma il FMI sostiene che al momento la crescita potenziale della Russia si attesti al 2% (al 3,5% nel medio termine), da cui si può dedurre che la situazione geopolitica tagli la crescita di quest’anno di quasi 2 punti percentuali. Esiste ovviamente un grande grado d’incertezza sia nelle previsioni che nelle analisi ed è forse più indicativo guardare ai canali di trasmissione
Gli effetti geopolitici
I principali canali di trasmissione sono una valuta più debole, inflazione e tassi d’interesse più alti e deflussi di capitale. Il RUB al momento è scambiato a 36,1 rispetto al Dollaro US, circa 3 RUB in più rispetto a un anno fa; anche il consensus ha modificato le sue previsioni per la fine dell’anno da circa 33 a novembre a 36 a luglio. Il RUB ha scambiato sugli sviluppi geopolitici ma la banca centrale, che ha riserve in abbondanza, lo ha anche sostenuto quando ha iniziato ad arrivare a quota 36, non crediamo quindi che si indebolirà molto nel prossimo futuro anche se la BCR ha recentemente annunciato un corridoio ampliato e minori interventi da qui in avanti.
Aspetti positivi
Anche se diversi fattori stanno mettendo pressione sull’economia russa questa non è necessariamente debole. Il basso livello di debito sovrano e le vaste riserve di valuta proteggono in una certa misura la Russia da venti contrari mentre gli alti livelli dei prezzi del petrolio danno sostegno al bilancio e alle partite correnti. Inoltre la disoccupazione è a livelli minimi record, il debito contratto per gli immobili è ancora basso (con alcune eccezioni) e le retribuzioni reali stanno ancora aumentando, anche se a un ritmo ridotto rispetto al passato, questo suggerisce che le persone non sono tartassate. Inoltre molte società stanno facendo ancora bene anche se non stanno investendo abbastanza.
Un ridimensionamento della crisi geopolitica può avvenire rapidamente anche se al momento può essere difficile cogliere dei segnali in tal senso. Questo potrebbe ribaltare alcune delle sanzioni e diminuire l’incertezza, che a sua volta sosterrebbe il RUB, l’inflazione e i tassi d’interesse. Il fatto che alcune società dell’UE stiano iniziando a sentirne l’impatto potrebbe aiutare a ribaltare le sanzioni prima o poi. Non sarebbe sufficiente per risolvere i problemi strutturali ma sosterrebbe il sentiment e la crescita nel breve periodo.
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