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Anima: Piazza Affari può ancora salire

7/15/2014

L'asset manager mantiene la neutralità su azionario USA, Giappone ed emergenti


Anima SGR continua a essere positiva sul mercato azionario domestico. A supportare questa view sono soprattutto gli interventi espansivi della Bce, che hanno alimentato un miglioramento del quadro macro e una riduzione della probabilità che si realizzino scenari negativi, con una conseguente compressione dei premi al rischio. In particolare, resta ferma la preferenza di Anima in termini relativi per l’Eurozona e, soprattuto, per l’Italia, dal momento che l’immissione di liquidità, il rafforzamento della forward guidance e il possibile quantitative easing, stanno rafforzando lo scenario di bassi tassi di interesse e bassa volatilità, favorendo i carry trade.
 
“La politica accomodante della Bce favorisce la stabilizzazione dell’Euro non solo contro dollaro ma anche nei confronti di alcune valute emergenti, favorendo le esportazioni” spiega Armando Carcaterra (nella foto), direttore investimenti di Anima SGR. “Nonostante l’economia sia ancora debole - prosegue - e tasso di disoccupazione elevato, fanno ben pensare gli ultimi dati sulla produzione industriale e sugli ordinativi. Se la forte sovraperformance di Piazza Affari verso i mercati europei potrà determinare brevi e tattiche prese di beneficio, riteniamo che la Borsa italiana abbia ulteriori margini di apprezzamento”.
 
Sul mercato azionario americano, che ha toccato nuovi massimi storici, l’asset manager mantiene invece un giudizio neutrale: il Dow Jones per la prima volta nella storia, ha superato la soglia dei 17.000 punti, spinto da un report stellare sul mercato del lavoro Usa. Anima, infine, conferma la neutralità anche sui paesi emergenti e sul Giappone, dove l’indice Nikkei, sostenuto dai buoni dati delle società orientate alle esportazioni e dal lieve apprezzamento del dollaro nei confronti dello yen, ha raggiunto i massimi degli ultimi sei mesi. “La borsa cinese invece di recente ha virato ancora in negativo e ciò nonostante gli operatori siano meno negativi sul destino dell’economia cinese, all’indomani della diffusione dell’indice Pmi – che fa riferimento alla fiducia dei direttori d’acquisto delle imprese manifatturiere - salito da 50,8 di maggio a 51,0 di giugno” conclude Carcaterra.
 

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