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4/21/2011 | Federico Leardini
La corsa dell'oro non si ferma e la barriera dei 1500 dollari l'oncia viene abbattuta di slancio.
Sembra inarrestabile, da febbraio ad oggi, la corsa dei metalli preziosi che fanno registrare, quasi settimanalmente nuovi record.
Nelle ultime ore di contrattazione, oltre ai 1504,3 dollari per oncia dell'oro, ha fatto vedere nuovi massimi anche l'argento, che da 35 anni non toccava i 45 dollari e 37 centesimi l'oncia.
Numeri che testimoniano come, sempre di più, le preferenze degli investitori si stiano spostando verso le materie prime, in un clima di crescente sfiducia verso la prosecuzione della ripresa dei mercati.
Fatto salvo gennaio, infatti, quando la fiducia regnava sovrana circa un possibile anno di ritorno alla crescita da parte dei listini e delle economie nazionali, si è assistito a un sempre più marcato flusso di capitali verso beni reali e sicuri come, per l'appunto, i metalli preziosi.
Un trend che sembra poter continuare, come conferma lo strategist di Mitsubishi Matthew Turner "Si tratta di vedere se il governo americano saprà far fronte a questa crescente pressione sul debito. Al momento l'evidenza dei mercati indica che la gente teme la situazione sia fuori controllo".
Opinione che troa immediatamente una sponda nell'analista di Hsbc James Steel, che prevede un ulteriore rialzo nei prossimi mesi "Al momento la corsa all'oro sembra poter proseguire, e credo che lo farà a meno che non vengano risolte, nel breve periodo le problematiche sui conti pubblici che riguardano Stati Uniti ed Eurozona".
Soluzione, che tastando il polso della politica alle due sponde dell'Atlantico, sembra francamente lontana, come pensano anche molti grandi fondi pensione a stelle e strisce, che sempre più compatti stanno spingendosi verso oro e argento, tra le poche certezze in mercati che non sembrano ancora poter garantire tranquillità agli investitori.
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