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5/28/2014 | Alessandro Chiatto
C’è ancora motivo di acquistare obbligazioni periferiche? E' la domanda alla quale prova a dare una risposta Chris Iggo (nella foto), cio global fixed income di AXA Investment Managers.
Il recente rialzo dei mercati obbligazionari core dovrebbe essere seguito da un aumento dei rendimenti se la crescita nelle principali economie proseguirà su questa strada. Ciò significa che gli investitori hanno bisogno di gestire la duration e che il rendimento complessivo sulle obbligazioni probabilmente sarà un po' più basso nel secondo semestre dell'anno rispetto a quanto non è stato finora.
Come ho già detto, un'altra possibile minaccia per i portafogli obbligazionari è l’ampliamento dei credit spread. Non è ancora accaduto, tuttavia a maggio abbiamo registrato un modesto ampliamento degli spread nei mercati investment grade e high yield e nei titoli di stato periferici in Europa. Il mercato dei periferici è alquanto affollato. Si fonda sulle previsioni di un miglioramento dei fondamentali fiscali e della crescita, nonché sulla convinzione che la BCE farà tutto quanto necessario per salvaguardare l’Euro. Eppure il mercato ha fatto molti progressi. Gli squilibri fiscali sono migliorati, lentamente, ma non in modo uniforme.
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Secondo l’OCSE la Spagna avrà ancora un deficit primario superiore al 3,0% del Pil il prossimo anno e il rapporto tra debito e Pil oltre il 100%. La crescita è migliorata, ma nell’Area Euro la crescita nel 1° trimestre è stata deludente e l'inflazione è vicino a zero. C’è ancora fiducia nei confronti della BCE e ci si aspetta che Draghi sarà in grado di annunciare nuovi incentivi a giugno. Tuttavia, prima di quel momento i mercati devono digerire i risultati delle elezioni europee. Potrebbero ricordarci che non va tutto per il meglio per la moneta unica. Io e il mio team prevediamo una nuova correzione al rialzo degli spread periferici nel breve termine, poi emergeranno nuove opportunità di acquisto una volta che avremo appurato cosa ci riserverà la BCE quest'estate.
Sui mercati sembra che si sia diffuso il motto “Sell in May and go away”. Non sono sicuro su quale potrebbe essere la ragione fondamentale di un possibile tracollo, ma i rischi persistono: le elezioni in Europa, la Cina, le notizie sul fronte delle imprese. Nessuno di questi rischi sembra sufficiente a provocare un forte tracollo, ma c’è qualcosa che non va. Mi spiego meglio. Cosa succederà se la BCE ci deluderà a giugno, con un intervento limitato a un taglio minimo del refi? E se la Fed inizierà a programmare un aumento dei tassi durante l'estate sulla scorta di un imprevisto rafforzamento della crescita nel 2° e 3° trimestre, mentre la Banca d'Inghilterra parla più apertamente di un aumento dei tassi di interesse? Di fronte a una politica molto meno accomodante nei paesi sviluppati, assisteremmo a una rivalutazione delle attività nei mercati azionari e obbligazionari. Questa per me è una vera fonte di preoccupazione ma so che molti dei miei lettori credono che la crescita non sia abbastanza alta, non c’è inflazione, il mondo è troppo fragile per sostenere un rialzo dei tassi e andremo tutti nuovamente verso la recessione. In questo scenario i rendimenti obbligazionari saliranno per poi scendere ancora. Un altro periodo di crescita debole e deflazione implicherebbe un nuovo Quantitative Easing e l’aumento della volatilità dell’inflazione nel lungo periodo.
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