Sono insolitamente calmi gli indici azionari, bond e valute e ciò può creare un falso senso di sicurezza
Alla lunga l’assenza di volatilità può diventare un problema. La considerazione che Alesssandro Fugnoli (nella foto), strategist di Kairos Partners, fa all'inizio della sua ultima newsletter Il Rosso e il nero suona come un avvertimento agli investitori. “Lasciati a se stessi, i mercati - scrive - tendono a procedere in modo inerziale. Se tutto è tranquillo e va nella direzione giusta, la propensione al rischio degli operatori cresce gradualmente giorno dopo giorno e tende a non fermarsi”.
Fugnoli fa notare come siano insolitamente calmi non solo gli indici azionari, ma anche i bond e i cambi, e ricorda che William Dudley, il numero tre della Fed, recentemente ha espresso preoccupazione a riguardo: “La scarsa volatilità può essere scambiata per solidità e creare un falso senso di sicurezza. Le posizioni rischiano di estendersi troppo e di produrre le condizioni per correzioni improvvise e poco controllabili”.
Ciononostante, conclude Fugnoli, “con una Fed che rimane strategicamente molto più espansiva di quanto non pensino i mercati, con una Banca del Giappone che potrebbe ampliare il suo Qe nei prossimi mesi e con una Bce che il 5 giugno non si limiterà ad abbassare i tassi ma ci regalerà qualche altra misura (un Ltro o un acquisto di titoli che non sia ancora un Qe), le condizioni per i mercati azionari, in un anno che già vedrà un’accelerazione della crescita, saranno eccellenti”. Ma attenzione, conclude lo strategist: “Una zampata dell’orso del 15-20 per cento, perfettamente sopportabile in un portafoglio con rischio controllato, può diventare fatale, se si hanno posizioni a leva, anche nel caso, invero probabile, che la correzione sia solo temporanea”.
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