Raiffeisen CM: nel reddito fisso e valute continua la fase di stabilizzazione e di leggera ripresa
Aprile è stato un mese di consolidamento con movimenti dei corsi moderati sui mercati finanziari mondiali, sia per i mercati sviluppati sia per i paesi emergenti, con questi ultimi complessivamente in leggera flessione, mentre le nazioni industrializzate hanno fatto registrare dei leggeri aumenti dei corsi. Sebbene non si stia ancora delineando nessuna soluzione della crisi ucraina, si legge nell'ultimo report di Raiffeisen Capital Management, ad aprile non si sono quasi avute altre ripercussioni negative per i mercati finanziari, ad eccezione della Russia.
Per quanto riguarda le obbligazioni e le valute della maggior parte dei paesi emergenti, prosegue il report, continua la fase di stabilizzazione e di leggera ripresa. Sarebbe però ancora troppo presto abbassare la guardia. I prossimi trimestri, sottolinea l'asset manager austriaco, dovrebbero essere ancora caratterizzati da una volatilità relativamente elevata, in forte contrasto con i mercati finanziari della maggior parte dei paesi industrializzati sviluppati, contraddistinti da oscillazioni sempre più piccole (obbligazioni, azioni).
Cina
La crescita continua a rallentare, le disparità di reddito sembrano addirittura maggiori che negli USA. Per la fine del 2014 l’economia cinese dovrebbe diventare la più grande potenza economica mondiale (sulla base della parità del potere d’acquisto). Tuttavia in Cina cresce rapidamente anche la disparità di reddito tra le fasce più ricche e quelle più povere della popolazione.
I mercati azionari cinesi hanno cercato di riprendersi nel corso del mese, hanno però di nuovo ceduto dopo i dati deludenti sulla congiuntura. Le azioni quotate sul continente (azioni A) hanno nel complesso perso pochissimo; le azioni H quotate a Hong Kong e scambiate soprattutto da investitori stranieri hanno perso molto di più e hanno ceduto il 3% circa.
Brasile
Si fa sempre più grande il rischio di una mancata rielezione di Dilma Rousseff alle elezioni presidenziali di ottobre. Nelle ultime settimane questo ha dato un forte impulso al mercato azionario; soprattutto alle azioni di società parastatali o statali, come per esempio il gigante petrolifero Petrobras. Molti investitori sperano che in futuro, in caso di un cambio al potere, queste società potranno fissare i propri prezzi in modo più autonomo e a loro rimangano più profitti o disponibilità per finanziare nuovi investimenti.
Allo stesso tempo, la possibilità di una rielezione della presidente in carica, se necessario con un ballottaggio, è ancora l’opzione più probabile. Di fronte a ciò, il recente rally azionario è più di natura speculativa e probabilmente trainata in gran parte dalle chiusure delle posizioni corte. Dopo i forti guadagni di marzo, l’indice Bovespa ha guadagnato anche ad aprile; alla fine a fatto registrare un incremento del 2,5% circa.
Turchia
Le obbligazioni turche sono state capaci di dare seguito al buon andamento dei titoli di marzo e ad aprile sono state le più forti della regione. I mercati sottovalutano però forse ancora il rischio di una possibile entrata in guerra della Turchia in Siria.
La valuta debole, da un lato, intacca le previsioni inflazionistiche a causa dei prezzi più alti delle importazioni, dall’altro, il significativo aumento dei tassi d’interesse mette un forte freno alla crescita del credito e a medio termine contrasta così l’inflazione. Il tasso d’inflazione è salito dal 7,9% all’8,4% su base annua; più di quanto previsto dagli analisti. Di conseguenza, è incerta l’effettiva durata del recente rally sui mercati finanziari turchi. Il mercato azionario turco ha proseguito la sua ripresa con un più 6% circa, consolidando così i suoi forti guadagni di marzo.
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