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Swiss & Global: ecco il potenziale dei bond emergenti

5/8/2014

Il recente calo dei rendimenti sui mercati del reddito fisso ha creato opportunità per le strategie d'investimento non tradizionali, spiega Tim Haywood, gestore del fondo JB Absolute Return Bond


In un contesto in cui l’80% delle obbligazioni disponibili nel mondo rende meno del 4%, anche le tradizionali strategie "buy and hold" daranno rendimenti modesti per gli investitori del reddito fisso. Ne è convinto Tim Haywood (nella foto), gestore del JB Absolute Return Bond Fund di Swiss & Global AM, che dal lancio avvenuto 10 anni fa ha registrato una performance di +34,98%.

Diverso, invece, è il discorso per i gestori attivi che perseguono strategie absolute return, che hanno accesso a un più ampio numero di strumenti, prendendo esposizione ai movimenti del mercato in modi non tradizionali. "Alcuni dei rendimenti migliori degli ultimi anni sono giunti da obbligazioni che avevano registrato perdite significative nei due anni precedenti. Dopo la torrida estate del 2013, un numero significativo di mercati emergenti potrebbe ora inserirsi in questo trend di recupero", spiega Haywood.

"I mercati obbligazionari emergenti - prosegue - sono stati colpiti duramente e le economie emittenti stanno adesso crescendo in maniera più lenta di quanto previsto. Per gli investitori in obbligazioni in valuta locale si tratta di uno sviluppo interessante, in quanto i tassi ufficiali raggiungeranno probabilmente un picco a livelli inferiori e potrebbero anche diminuire, migliorando così i rendimenti disponibili per gli investitori del reddito fisso".
 
Ma in quali aree è possibile cogliere le migliori opportunità? "Sud Africa, Brasile e Messico sono i paesi che presentano le opportunità migliori nell’ambito di questi parametri. Tuttavia, invece di limitarci ad acquistare titoli di Stato locali, stiamo cercando di trarre il meglio dalla curva dei rendimenti tramite swap su tassi d’interesse", sottoliena Haywood. "Poiché un default è poco probabile, il costo della protezione da tale eventualità  - prosegue - è attualmente molto ragionevole, un po’ come comprare un ombrello in una giornata di sole. Nella parte corta del portafoglio stiamo pertanto aggiungendo ulteriore protezione creditizia, visto che i costi continuano a diminuire. Ciò ci dà la flessibilità di tutelarci da risultati societari deludenti, nonché da fusioni alimentate dai debiti e da tensioni dovute ai bilanci. Sul versante dei titoli sovrani, questo ci aiuta a proteggerci da shock politici come quelli a cui abbiamo assistito in Egitto e in Ucraina".

Quanto all'Europa, gli investitori oggi possono acquistare strumenti convenienti che li tutelino dall’inflazione europea per i prossimi tre anni all’1%: qualora l’inflazione media superasse tale soglia nel periodo in questione, gli investitori ne trarrebbero vantaggio. "Stiamo sfruttando questa opportunità per costruire un'esposizione in tale area in quanto riteniamo che, mentre sussiste la possibilità che l’inflazione in Europa scenda nel breve termine al di sotto di tale valore, successivamente essa potrebbe raggiungere livelli molto più elevati", conclude Haywood.

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