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4/1/2014
Gli ultimi dati sull’inflazione e sull’occupazione del Giappone, pubblicati la settimana scorsa, appaiono incoraggianti e forniscono ulteriori prove del trend di miglioramento economico del Sol Levante e dei progressi fatti nel contrastare la deflazione. Di seguito un commento sull’aumento dell’IVA in Giappone, a partire da oggi 1° aprile, a cura Taku Arai, product manager Japanese Equities, di Schroders.
Nonostante permangano le preoccupazioni legate al venire meno della debolezza dello yen dello scorso anno e al rallentamento della domanda - proprio per l’aumento dell’IVA entrato in vigore oggi - restiamo positivi sui trend strutturali di lungo termine del Giappone: nello specifico, il percorso di uscita dalla deflazione, il miglioramento del mercato del lavoro e la spesa delle imprese in ripresa.
Un indicatore chiave per misurare il successo del Paese nel raggiungere il target sull’inflazione, cioè l’indice dei prezzi al consumo (CPI) core, è salito dell’1,3% anno su anno a febbraio. E’ ancora più importante notare che l’indice CPI core-core, che esclude dal paniere gli alimenti e l’energia, ha mostrato un aumento dello 0,8%, registrando il tasso di crescita più rapido da un decennio a questa parte. Questa misura, che non include l’impatto derivante dall’incremento dei prezzi del carburante, è stata spesso considerata un segnale importante sulla capacità della Bank of Japan (BoJ) di centrare l’obiettivo del 2% per l’inflazione.
Nel frattempo, dai dati sul mercato del lavoro emerge che il tasso di disoccupazione giapponese a febbraio è sceso ai minimi da 6 anni, al 3,6%. Il miglioramento del mercato occupazionale dovrebbe dare un sostegno positivo al rialzo dei salari, che ci aspettiamo a sua volta supporterà il quadro inflativo del Giappone.
La pubblicazione di questi dati è arrivata pochi giorni prima del rialzo dell’IVA, in vigore dal 1° aprile, che porterà a un aumento della tassa sulle vendite dall’attuale 5% all’8%. Sebbene questo evento abbia catturato l’attenzione dei media e abbia causato un sell-off sul mercato azionario, a causa dei timori legati all’impatto sui profitti delle aziende nel trimestre Aprile - Giugno, riteniamo che proprio queste paure siano già state prezzate dai mercati, in una certa misura.
I consumi probabilmente rallenteranno nel secondo trimestre, ma secondo noi sarà un calo di breve termine: la reazione dei mercati potrebbe dunque essere stata esagerata. I trend di lungo termine strutturali del Giappone, cioè il percorso di uscita dalla deflazione, il miglioramento del mercato del lavoro e la spesa delle imprese in ripresa sono ancora tutti sulla strada giusta.
Alla luce di queste considerazioni, ci aspettiamo che in generale i profitti societari resteranno solidi, nonostante l’iniziale frenata che seguirà all’aumento dell’IVA, che potrebbe durare uno o due trimestri. Secondo noi, i profitti full-year continueranno a crescere. L’indice TOPIX scambia attorno a un rapporto prezzi/utili pari a circa 13 volte gli utili full-year del 2014 e appare relativamente economico sia da una prospettiva storica sia globale.
Inoltre, la BoJ probabilmente entrerà in azione se dovessero essere pubblicati dati economici inferiori alle attese o se le previsioni di un’inflazione al 2% dovessero essere messe in pericolo. A ciò va aggiunto che ci potrebbero essere ulteriori novità positive sulla strategia di crescita del primo ministro Abe, per esempio legate alle discussioni sulla free trade zone e sulla riforma della fiscalità per le imprese.
Per quanto riguarda il nostro approccio, restiamo concentrati su idee specifiche sui singoli titoli basate sui fondamentali e continuiamo a essere ben posizionati per sfruttare qualsiasi accelerazione della ripresa degli utili societari e qualsiasi sviluppo positivo dell’economia nipponica.
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