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Dexia AM si fida degli Usa

12/12/2013 | Alessandro Chiatto

Sicurezza Usa, mercati emergenti che ne seguiranno l'andamento ed Eurozona ancora problematica. E' questa la view di Dexia Asset Management, che continua a prediligere gli Usa anche per il prossimo anno


Sicurezza Usa, mercati emergenti che ne seguiranno l'andamento ed Eurozona ancora problematica. E' questa la view di Dexia Asset Management, che continua a prediligere gli Usa anche per il prossimo anno. 

 

Negli Stati Uniti gli indicatori strutturali mantengono un’intonazione positiva. Il recente rialzo del dollaro non dovrebbe impedire un rimbalzo delle esportazioni, anche se il saldo netto del commercio estero non contribuirà alla crescita. Secondo Anton Brender, direttore degli studi economici di Dexia AM, “malgrado il rialzo dei tassi d’interesse ipotecari iniziato questa primavera, la ripresa del mercato immobiliare residenziale dovrebbe continuare. I consumi, trainati dalla crescita del mercato del lavoro e dall’aumento del potere d’acquisto delle famiglie, potrebbe accelerare nei trimestri a venire. Certo, ben presto la Federal Reserve ridurrà l’acquisto di titoli. Ma continuerà comunque a fare di tutto per impedire una ripresa forte dei tassi d’interesse e mantenere delle condizioni finanziarie favorevoli”.

 

Per quanto riguarda gli emergenti, dopo la ripresa del 2010 il ritmo di crescita ha continuato a rallentare e oggi è sensibilmente inferiore ai livelli ante-crisi. Questo rallentamento è in parte strutturale. È il caso, in particolare, della Cina che, con lo sviluppo della propria economia, ha riscontrato difficoltà nel mantenere elevati tassi di produttività. Tale rallentamento ha a che fare anche con la riduzione dei disavanzi di parte corrente dei paesi sviluppati legata ai piani di riduzione dell’indebitamento e che, pesando sulla domanda interna, frenano le possibilità di sbocco dei paesi emergenti. "La battuta d’arresto è stata più forte da quando la bilancia delle partite correnti della zona euro è ritornata in attivo: mentre verso la metà degli anni 2000 essa era in equilibrio, mentre nel 2013 il saldo è positivo per 250 miliardi di dollari”, afferma Brender. 

 

L'Eurozona, invece, mostra ancora elementi di criticità. “Solo il decisivo intervento Bce nell’estate del 2012 ha permesso di allentare le tensioni sui mercati del debito sovrano e di evitare il rischio di uno sfaldamento della zona euro. Nel frattempo, le autorità hanno finito per allentare un po’ il ritmo del riequilibrio fiscale” spiega Florence Pisani, economista presso Dexia AM. “Nonostante i mercati siano più calmi la zona euro deve ancora far fronte a sfide importanti”, sottolinea Florence Pisani. Infatti, i risultati della valutazione del settore bancario condotto dalla Bce non saranno resi noti prima della fine dell’anno prossimo; i mancati investimenti degli ultimi anni, unitamente all’invecchiamento della popolazione, hanno probabilmente influito sul potenziale di crescita dell’eurozona. Inoltre, se l’aumento del rapporto debito pubblico/PIL è in frenata, una sua significativa riduzione richiederà importanti sforzi fiscali ancora per molti anni; da ultimo, l’incertezza politica resta un dato di fatto e, alla vigilia delle elezioni del 2014, la rimonta dei partiti antieuropeisti può essere fonte di preoccupazione. “La Bce continuerà nella sua politica audace e farà tutto il possibile per salvaguardare l’euro”, conclude Florence Pisani.

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