Può la Cina salvarsi da se stessa? Se lo domanda la maggior parte degli analisti. Il rallentamento della Cina mette infatti tutti d'accordo, ad eccezione della profondità della crisi ed eventuali tempistiche. Michael Pettis (senior associate alla Carnegie Endowment for International Peace) è uno degli scettici convinti che la Cina avrà presto un ribilanciamento economico.   
 

 

"Il debito è il vero problema per la Cina - sostiene Pettis - e il processo demografico è ora il default centrale del Paese. Ora la Cina soffre il più grande problema d'investimento del suo tempo e tra gli ostacoli ad un ripristino dell'equilibrio troviamo il rallentamento di appena una frazione sul previsto nei primi tre mesi del 2013. Tuttavia, presto la Cina potrebbe sorprenderci e tornare a crescere".

 

In un momento di incertezza globale, tra Europa e America in stasi, il minimo rallentamento cinese, l'unica economia che dopo la crisi del 2008 ha sempre corso a ritmi frenetici, è sufficiente a seminare dubbi.

 


La crescita del Pil è stata del 7,7%, rispetto al 7,9% di un anno fa e rispetto all'8% che molti economisti si attendevano. Come scrive il Sole 24 Ore, la causa del rallentamento è, secondo molti economisti cinesi, la politica del Governo centrale di restrizioni sul mercato immobiliare. 
Nelle grandi città, per calmierare il rialzo dei prezzi delle case, il Governo ha applicato una serie di misure amministrative che impediscono l'acquisto di case.