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3/22/2011 | F.L.
RITORNO ALLA CITY - Londra val bene una tassa.
Per quanto infelice, la parafrasi di Enrico IV di Borbone, si adatterebbe perfettamente al pensiero di Micheal Farmer, guru del trading sul rame, sulle recenti polemiche che hanno visto contrapposti i vertici di alcuni dei principali hedge fund e la City londinese.
Motivo del contendere, il regime fiscale, giudicato troppo pesante dai ricchi fondi, che hanno minacciato a più riprese di cercare una nuova sede, abbandonando lo storico centro di contrattazioni inglese.
NIente di più sbagliato, secondo Farmer.
"Se sei un cittadino del tuo paese e il tuo paese sta vivendo un momento di difficoltà, devi pagare le tasse, indipendentemente da come poi queste verranno usate" è stato il lapidario commento del numero uno del fondo Red Kite, hedge specializzato in metalli da oltre 1 miliardo di dollari.
"Se questa gente - ha proseguito Farmer - decidesse di andarsene, potrebbe trovare un regime fiscale più vantaggioso a Zurigo o in estremo oriente, dove magari potrebbero raccogliere ancora più soldi nelle banche. Ma come si può decidere di abbandonare Londra, per andare in mezzo alle montagne, senza stimoli culturali e senza niente da fare tutto il giorno?"
Parole che possono suonare come una vuota provocazione, ma sono ricche di sottointesi "se l'industria degli hedge fund ha prosperato tanto ultimamente lo si deve alla capacità di attrazione che poli multiculturali come Londra hanno per i migliori talenti del settore. Se i grandi gruppi decidessero di trasferirsi in altri centri, meno stimolanti, siamo sicuri che i già ricchissimi manager preferirebbero quell'opzione alla permanenza nella City?"
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