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2/12/2013 | Roberto Abate
La Ue si spacca sul rafforzamento della moneta unica. Il tema, al centro della rinunione di lunedì, ha visto da una parte la Francia che ha chiesto con forza "una politica di cambio"; dall'altra la Germania secondo cui una politica di deprezzamento non è "uno strumento adeguato per favorire la competitività". "I tassi di cambio dell'euro vanno determinati in sede internaizonale, e non a livello europeo" ha dichiarato il neo presidente dell'Eurogruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem, confermando che "si è parlato anche della parità dell'euro", ma rimandando approfondimenti in merito "alla sede più opportuna", ossia il G-20.
Durante la riunione si è discussa anche l'intorduzione di un tetto all'intervento del fondo Esm nel capitale delle banche. In particolare, Dijsselbloem è stato nominato nuovo presidente del fondo salva - Stati, un organismo che potrebbe avere un ruolo chiave nella gestione delle crisi bancarie dei paesi dell’Euro e di quanti, al di fuori dell’Eurozona, intendono partecipare al progetto di unione bancaria. All’interno di questo processo, l’Esm potrebbe avere il compito di ricapitalizzare direttamente le banche in difficoltà individuate dal supervisore unico. Controllato dai diciassette paesi con la moneta unica (che sono azionisti del fondo) l’Esm vanta attualmente una capacità finanziaria di 700 miliardi di euro.
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