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Carmignac: il 2013 è in mano ai politici

1/21/2013 | Redazione Advisor

Didier Saint-Georges, membro del comitato investimenti di Carmignac Gestion, delinea zone d'ombra e nuovi rischi del nuovo anno, dall'Europa ai mercati emergenti


 

A condizionare le scelte di investimento per il 2013 saranno le politiche per l'economia. E' il "manifesto" del mese di gennaio secondo Carmignac Gestion che, nelle parole di 
Didier Saint-Georges, membro del comitato investimenti, tratteggia un 2013 in cui spetterà quindi ai politici prendere in mano le redini, dopo il rinnovo dell'esecutivo nei cinque paesi maggiori quali gli Stati Uniti, la Francia, la Cina ed infine il Giappone nonché, a breve, l'Italia. 
 
 
La questione politica è concreta anche nell'universo emergente, dove i dirigenti devono guidare di comune accordo la ripresa dell'attività e il riequilibrio delle proprie economie verso il consumo. Secondo Carmignac Gestion, una strategia di investimento globale necessita di porre un'attenzione particolare a questi temi decisivi.
 
 
In Europa la governance politica, tallone d'Achille dell’area dall'inizio della crisi, si è di recente rinforzata. 
In Cina, l'argomento classico dell'immutabile continuità politica, al di là delle transizioni formali della leadership, ha una forza incontrovertibile, a maggior ragione oggi, con Li Keqiang, il nuovo primo ministro. 
 
 
Negli Stati Uniti, più che altrove, le sorti dell'economia sono nelle mani dei leader politici per il 2013. Il temuto "fiscal cliff" con il relativo impatto recessivo sull'economia, è stato evitato. Certo, permane il rischio che i modesti risultati dell'accordo stentino a convincere le aziende statunitensi ad avviare il nuovo ciclo di investimento atteso. Le negoziazioni sul tetto del debito pubblico non sono ancora iniziate e tra due mesi saranno oggetto in Parlamento di un nuovo braccio di ferro. 
 
 
La crescita economica globale rimane precaria in questo inizio 2013. Le strategie economiche che adotteranno dirigenti politici nel mondo saranno quindi decisive e possono riservare buone sorprese. Sebbene l'Europa debba ancora raccogliere importanti sfide, il Giappone forse, si sta risvegliando; i politici statunitensi saranno attenti a non minare le basi della ripresa economica e la nuova leadership cinese potrà sfruttare i margini di manovra di cui dispone per guidare in modo efficace il riequilibrio economico del paese. Il 2013 si preannuncia complesso ma promettente per la gestione globale attiva. 

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