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Consulenti (ex-promotori) e bond: occhio ai rischi sul lungo periodo

1/10/2013 | Massimo Morici

Bill Gross di Pimco avverte: "Presto pagheremo un conto salato per le operazioni di quantitative easing delle banche centrali, sotto forma di inflazione e svalutazione delle divise". Ecco le dritte del guru dei bond


Ben Bernanke dovrebbe smetterla di lanciare banconote dagli elicotteri, anche perché il dollaro come l'oro ha valore solo nella misura in cui la sua disponibilità è fortemente limitata. Il guru dei bond Bill Gross va giù duro nella sua ultima newsletter di gennaio agli investitori in cui punta il dito contro l'eccessivo ricorso all'allentamento quantitativo da parte delle bance centrali dei paesi sviluppati (Fed, Bce, Bank of England), ossia l'acquisto da privati di obbligazioni del Tesoro.

Un'operazione a costo zero, secondo il numero uno della Fed Ben Bernanke, ma di cui fra non molto ne pagheremo le conseguenze, avverte Gross. In giro, scrive, ci troviamo 54.000 miliardi di crediti sparsi per l'intero sistema finanziario, "tutti basati sulla fiducia nella banca centrale e nulla in cassaforte per coprirli", anche se oggi queste operazioni appaiono convenienti: un "paese riesce a emettere debito, farlo acquistare dalla propria banca centrale e farsi rendere gli interessi".

Tuttavia, a fronte di 6.000 miliardi di dollari in "assegni" firmati oggi, il "futuro ci presenterà un conto salato, sotto forma di inflazione e svalutazione delle divise, tra loro o rispetto alle materie prime cpiù scarse che eistano, come greggio e oro". Le banche centrali stanno al gioco, ma nel frattempo "rendimenti quasi nulli e liberalità del QE potrebbero aver causato distorzioni nei prezzi di mercato, nonché flussi e nello stock del credito esistente." Risultato? "Capitale contro lavoro, obbligazioni e azioni contro liquidità, avanzo contro disavanzo, ricchi contro poveri: ecco le anomalie e gli scollamenti a cui si assisterà nel medio termine, perpetuate dall'emissione incontrollata di assegni, che ormai mettono a rischio la stabilità futura", avverte Gross.

Ecco perché gli investitori dovrebbero restare all'erta, attenti alle spinte inflazionistiche che l'operazione delle banche centrali scatenerà a lungo termine. "Sebbene non appaia probabile che iniziano a produrre effetti dirompenti già dal 2013, i rischi inflazionistici sono insiti nel futuro, in quelle scadenze rispetto a cui si misurano i rendimenti dei bond a lungo temine. E' quanto mai opportuno evitarli e limitare le scadenze e le duration agli obiettivi a breve o a quelli intermedi delle politiche della Fed", conclude il guru dei bond.

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