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Consulenti (ex-promotori) e bond: ecco cosa comprare nel 2013

1/9/2013 | Massimo Morici

Nonostante il 2013 si prospetti meno allettante rispetto allo scorso anno sul fronte dei guadagni, l'Europa conserva ancora alcune opportunità. Lo spiega Raiffeisen Capital Management nell'ultimo outlook


Per gli investitori in obbligazioni l’anno 2013 non si prospetta molto allettante, con guadagni molto inferiori rispetto al 2012, poiché di fronte a rendimenti estremamente bassi eventuali interessi potrebbero essere più che compensati da minimi aumenti dei rendimenti. Lo scrive Raiffeisen Capital Management nell’ultimo outlook sui mercati obbligazionari, in cui spiega che, nonostante i mercati si siano tranquillizzati grazie agli interventi della Bce per salvaguardare l’euro, “i gravi squilibri all’interno della zona euro e il problema dell’indebitamento pubblico troppo alto tuttavia non sono ancora risolti”.

Proprio nei paesi periferici, però, potrebbe essere un anno meno disastroso del 2012, secondo l’asset manager austriaco: la politica di austerità è ai limiti di ciò che è fattibile dal punto di vista politico, spiega, e finora non ha avuto molto successo. Così le severe misure di austerità potrebbero essere allentate passo dopo passo nei prossimi trimestri.

Guardando a ritroso, le obbligazioni societarie in euro hanno avuto un anno molto buono: i grandi vincitori del 2012, spiega Raiffeisen, sono stati soprattutto le obbligazioni finanziarie e i titoli high yield. E nel 2013? Le obbligazioni corporate in euro (società non finanziarie) investment grade al momento offrono ancora un profilo rischio rendimento migliore dei titoli di Stato in euro, dando la preferenza, per aspetti legati al rischio, alle obbligazioni di società dei paesi non periferici”, prosegue l’outlook della casa di gestione austriaca.

Diversa l’indicazione, invece, per le obbligazioni finanziarie: dopo i forti guadagni negli ultimi mesi, le obbligazioni finanziarie hanno perso di attrattività, offrono però tuttora dei profili di rischio/rendimento interessanti nei confronti dei titoli di Stato. Tendenzialmente, prosegue, chi vuole metterseli in portafoglio, sono da preferire i titoli di istituti provenienti dai paesi europei core.

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