Il 2013 sarà l’anno del ritorno alla normalità per i prezzi delle commodity. Ne è convinta Prometeia, che nel report di fine anno spiega che la stagione caratterizzata dalla forte variabilità delle quotazioni si è ormai chiusa e che nei prossimi mesi si dovrebbe aprire una fase caratterizzata da una maggiore adesione ai fondamentali di domanda e offerta.

In particolare il prezzo del petrolio continuerà a crescere, nonostante l’aumento della capacità produttiva degli USA. Il mercato del petrolio, infatti, secondo gli analisti di Prometeia si manterrà polarizzato tra un’offerta nordamericana che continuerà a crescere, e una mediorientale che, “pur agendo in senso opposto non sarà in grado, almeno per ora, di ricostituire un cuscinetto di entità sufficiente a guidare il bilancio petrolifero in acque più calme”. In generale non si ravvisano le premesse per una fase di declino delle quotazioni del petrolio, con il Brent stimato in aumento del 4% nel 2013 rispetto all’anno scorso e l’olio combustibile del 2%.

La ricomposizione della crescita cinese, dai settori ad alta intensità di capitale verso i consumi privati e i servizi, farà sentire i propri effetti sulla domanda di metalli: le proiezioni dell’ufficio studi indicano un calo tendenziale delle quotazioni dei metalli di ferro, dei rottami di ferro e degli acciai, mentre il trend sarà positivo per il rame, l’alluminio, il piombo, lo zinco, lo stagno e il nickel.

L’agricoltura, infine, è il comparto potenzialmente più esposto ai rischi dal lato dei fondamentali nel corso del prossimo anno, come del resto è emerso la scorsa estate in seguito alla siccità nel Midwest: le proiezioni indicano per il 2013 un leggero incremento dei cereali USA e del legname di conifere, a fronte di una calo a doppia cifra del prezzo della gomma e di variazioni negative più contenute per la lana e il cotone.