Come previsto dalle maggiori case d’investimento negli outlook delle scorse settimane, Repubblicani e Democratici dopo un lungo braccio di ferro avrebbero trovato un'intesa per scongiurare il fiscal cliff, una botta da 600 miliardi di dollari in conseguenza ai tagli e all’aumento di imposte che scatterà da domani, primo gennaio, e che vale il 4% del Pil degli USA.

Intanto mentre il mondo e i mercati attendono con il fiato sospeso l’esito della trattativa, dagli USA arrivano le prime notizie che lasciano intendere che l’accordo sarà raggiunto in extremis entro la nottata. C’è tempo fino alla mezzanotte di Washington, quando in Italia saranno le 6 di domani mattina, primo gennaio 2013.

Wall Street ci spera e, dopo un avvio negativo, tenta il recupero. Gli investitori scommettono che, alla fine, l'accordo ci sarà, evitando così il cosiddetto "precipizio fiscale", uno dei principali rischi sui mercati finanziari per il 2013. A un'ora circa dall'avvio delle contrattazioni, il Nasdaq segna +0,8%. Segno più anche per S&P500 (+0,40%) e Dow (-0,13%).

Il senatore repubblicano John Kyl, poche ore prima dell’apertura dei lavori al Senato alle 11 locali (le 17 in Italia), ha confermato la notizia dei progressi registrati nei colloqui tra il vicepresidente Joe Biden e il capo della minoranza repubblicana al Senato, Mitch McConnel. Pur non fornendo particolari, Kyl allo stesso tempo non ha escluso che l'intesa possa ancora essere raggiunta all’ultimo.

A sbloccare i negoziati infatti, secondo le prime indiscrezioni apparse online, sarebbe stata l'individuazione di una soglia accettabile per entrambe le parti per aumentare le tasse ai più ricchi: i Democratici hanno accettato di partire dai 400.000 dollari di reddito (450.000 per i nuclei familiari) contro gli originali 250.000 dollari fissati dal presidente Obama.