Analisti e gestori non dimenticano il dramma "umanitario" ma iniziano a misurare anche i danni di tipo economico, prendendo come riferimento un "piccolo" terremoto del 1995.
Il Giappone si riprenderà in tempi rapidi. Analisti e gestori non sembrano temere per il futuro dell'economia giapponese e, pur condividendo la posizione del presidente della Commissione europea, José Manuela Barroso sulla necessità di concentrarsi ora sul problema umanitario, iniziano a fare le prime valutazioni anche in merito alle conseguenze economiche del sisma e dello tsunami.
Una delle prime valutazioni giunge dalla giapponese Nomura che stima un calo del Pil fra l'1 e l'1,5% nel secondo trimestre del 2010, ma ritiene possibile una ripresa rapida della Borsa di Tokyo, nonostante l'8% preso venerdì scorso.
Per Seiichiro Iwasawa, responsabile delle analisi di borsa di Nomura, "l'impatto sul mercato azionario potrebbe essere limitato e di breve durata: il calo registrato oggi è già pari a quello che si ebbe nei 5 giorni successivi al terremoto di Kobe (avvenuto nel 1995, ndr). E nei 10 giorni dopo il calo, si ebbe una ripresa delle quotazioni del 10 per cento". Fattori che fanno pensare a un rimbalzo anche se "oggi i fondamentali del mercato giapponese sono molto differenti".
Posizione analoga quella espressa da Shogo Maeda, head of Japanese equità di Schroders, che condivide la valutazione sulla frenata dell'economia nipponica nel breve periodo ma ritiene che la rapidità di "ricostruzione delle infrastrutture e gli interventi di recupero consentiranno all'economia giapponese di riprendersi" afferma Maeda "Sulla base delle informazioni attualmente disponibili riteniamo che non vi siano gravi rischi per lo sviluppo sostenibile delle imprese nipponiche".
Anche gli altri analisti e gestori che in queste ore stanno diffondendo report e rilasciando dichiarazioni sono d'accordo nel ritenere che gli sforzi di ricostruzione sono suscettibili di stimolare la crescita dalla seconda metà dell'anno, e questo dovrebbe contribuire a far salire il Pil nel 2012 oltre le previsioni attuali.
"Due giorni dopo la prima scossa, il numero delle vittime è ancora sconosciuto, tanto da farci chiedere se la stima dell'entità dei danni fisici e finanziari è o meno rilevante, a questo punto", ricorda Tohru Sasaki strategist di JP Morgan FX, tuttavia le banche stanno cercando di fare proprio questo, utilizzando il "piccolo" ma altamente distruttivo terremoto del 1995 a Kobe come parametro di riferimento.
Proprio un analisti di JP Morgan, Masaaki Kanno, ha ricordato in una nota di ricerca che il terremoto di Kobe - che era meno potente ma concentrato in un'area più affollata ed economicamente critica - ha causato 9.900 miliardi di danni. Questa volta, dal momento che una larga parte del nord-est è stata quasi cancellata dallo tsunami, i danni dovrebbero essere ancora più alti. Anche l'economista di Citigroup Kiichi Murashima ha stimato danni totali pari a circa 5.000 miliardi di yen, con i danni alle abitazioni che da soli interessano svariati migliaia di miliardi di yen.
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