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Settore tecnologico in frenata

11/27/2012 | Redazione Advisor

Il motivo, spiega Grady Buckett analista di Morningstar, sono le valutazioni alte e la scarsa domanda.


Valutazioni alte e scarsa domanda stanno condizionando il settore tecnologico.

 

L’indice Msci globale del comparto nell’ultimo mese (fino al 26 novembre e calcolato in euro) ha guadagnato lo 0,8% (portando a +12,3% la performance da inizio anno).

Una performance deludente per un settore considerato anticiclico è che sta interessando sempre di più gli investitori per i dividendi che distribuisce.

“Gli indicatori continuano a dirci che la richiesta di beni tecnologici, in molti segmenti, è tiepida. I valori di Borsa, intanto, sono arrivati vicini agli obiettivi di prezzo”, spiega Grady Buckett, analista di Morningstar. “L’insieme di questi due elementi sta zavorrando l’intero settore hi-tech”.
 


Gli operatori devono fare i conti anche con una deludente stagione di trimestrali.

 

Apple, per esempio, pur avendo registrato un miglioramento dei numeri, nel terzo trimestre è stata al di sotto delle stime degli analisti.

Amazon, invece, è andata in perdita pur avendo segnato un aumento del fatturato.


Sul fronte dei bilanci l’attenzione è stata catalizzata da Facebook, la cui quotazione aveva fatto sperare in una nuova ondata di interesse per il comparto tecnologico in generale. Il social network fondato da Mark Zuckenberg ha chiuso il terzo trimestre con ricavi in aumento del 32% a 1,26 miliardi di dollari. L’utile netto si è attestato a 311 milioni di dollari, o 12 cent per azione, rispetto ai 227 milioni di dollari del terzo trimestre dell'anno scorso. I dati sono superiori alle attese di tutti gli analisti, che scommettevano su un utile per azione di 11 cent e ricavi per 1,22 miliardi di dollari. Al netto di alcune partite contabili, Facebook ha chiuso il periodo luglio-settembre in rosso per 59 milioni di dollari. Anche se la crescita dei ricavi è piatta rispetto al trimestre precedente e in rallentamento rispetto al +45% dei primi tre mesi dell'anno, gli investitori sono rassicurati dall'andamento dei ricavi della pubblicità, il 14% dei quali provenienti dalle vendite pubblicitarie sui dispositivi mobili.
 

Il motore di ricerca Google, da parte sua, più che per i conti ha fatto notizia per un pasticcio. La società R.R. Donneley (che si doveva occupare di diffondere i dati al mercato), per errore li ha trasmessi prima del previsto. Quando gli investitori, senza aspettarselo, hanno visto che l’utile è calato del 20% (anche se il fatturato è cresciuto) hanno fatto partire gli ordini di vendita. Se i bilanci, come previsto, fossero stati pubblicati a mercati chiusi gli operatori avrebbero potuto metabolizzare i numeri. L’errore, invece, ha fatto crollare il titolo dell’11% ed è costato alla società 24 miliardi di dollari facendo scendere la capitalizzazione a 227,29 miliardi.  

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