L'Europa è ancora in crisi, la Cina sta rallentando, la crescita economica americana è debolissima. Parte da questa tripletta amara l'outlook di Mark Nash (Invesco) ma il nesso, tra le diverse aree segnate dalla crisi, è proprio l'azione di "great easing" portata avanti dalle banche, misure che hanno l'obiettivo di lenire l'erosione del debito e tenere alto il trend in rialzo dell'economia globale. 
 

 

Il programma OMT (Outright Monetary Transactions) ha già assicurato la Bce che non porteranno inflazione e che il piano di acquisto dei titoli di stato dei paesi in difficoltà "non è in contraddizione con il mandato della Bce". Le Omt sono alla base del piano varato a settembre dalla Bce che prevede acquisti illimitati di titoli di Stato. Secondo Nash, le cose cambieranno solo quando la solvency (il processo di liquidazione e solvibilità) sarà migliorato da una crescita energizzante. 
 

 

La Cina è in rallentamento ma c'è chi questo rallentamento dell'economia cinese lo giustifica come un elemento capace di favorire una crescita durevole. Lo ha già sottolineato la Banca centrale cinese. Nonostante nel secondo trimestre il ritmo di crescita del Pil sia rallentato al 10,3% rispetto all'11,9% del primo, "i fondamentali in Cina restano molto buoni", aveva spiegato lo studio. "Il rallentamento dell'economia si stabilizzerà certamente in futuro e non c'è il rischio di una recessione double dip".
 

 

Caso diverso per l'America che, se da una parte ha ridotto il livello di debito nel settore privato, dall'altra ha indebolito il bilancio annuale. Permangono minacce come il fiscal cliff, in prospettiva di una serie di tagli alle tasse quando sarà terminato il Q1 2013.