Secondo il Wall Street Journal, alcune imprese dell'Europa meridionale, grazie ai loro piani d'azione, dimostrano come la "bilancia di potere", nei confronti dei paesi emergenti, si stia ribaltando
In un momento di cambiamento economico - in grado di pungolare umore degli investitori, mercati e asset - la bilancia di potere tra Europa e mondo sviluppato è forse il dato più scientifico in mezzo a tanta incertezza. Oscilla come non mai. Basti vedere quel che accade a diverse imprese e aziende dell'Europa meridionale, in difficoltà quando si tratta di raccogliere fondi "a casa" e che, per questo motivo, cercano conforto nel business dei mercati emergenti. Le imprese europee, in particolare quelle di Spagna, Portogallo e Italia, stanno vendendo azioni e risorse targate America Latina, in vista di una quotazione sul mercato azionario delle società sussidiarie, o sperando di ottenere finanziamenti localmente.
Un'attività, scrive il Wall Street Journal, capace di svelare il ribaltamento di quella che una volta era la privilegiata Europa del sud sui mercati emergenti. Le aziende europee, in questo periodo, stanno soffrendo di tagli delle spese, rallentamento economico sul mercato edilizio, e rischi a livello di interessi passivi. Al contrario, l'America Latina (e quindi le società sussidiarie) offrono un buon deposito di soldi, con tanto di paesi come Brasile, Perù e Colombia liberati dall'attività creditizia bancaria e, ad oggi, capaci di intensificare il loro braccio di ferro sul mercato corporate bond.
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