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Torna l'appetito per il rischio tra gli investitori

10/12/2012 | Roberto Abate

Il risultato di un sondaggio condotto tra le principali SGR che operano in Italia da Morningstar: il 67% degli intervistati prevede un rialzo delle piazze europee. Ma i gestori sono cauti


Le politiche monetarie decise dalle due più grandi banche centrali al mondo, la Fed e la Bce, hanno fatto tornare l’appetito per il rischio agli investitori. Ma i mercati azionari potrebbero non beneficiarne perché, dopo il rally estivo, i gestori sono cauti nell’aumentare l’esposizione alle Borse. Non aiutano il quadro congiunturale e le attese sugli utili, giudicate da alcuni troppo ottimiste. È quanto emerge dall’ultimo sondaggio condotto da Morningstar tra le principali SGR che operano in Italia.

In dettaglio, il 67% degli intervistati prevede un rialzo delle principali piazze europee, mentre i pessimisti sono aumentati dal 5,9 al 9,4%. Gli occhi sono puntati su una possibile richiesta di aiuti da parte della Spagna e sulla Grecia, che è di fatto in default. Circa il 43% degli intervistati prevede un’oscillazione degli indici di Wall Street attorno agli attuali livelli (erano il 53% a settembre), mentre un altro 38% si attende un rialzo. I money manager, spiega Morningstar, prendono le distanze dal listino americano a causa delle incertezze legate al voto di novembre, al cosiddetto fiscal cliff (contemporanea fine degli incentivi dell’era Bush e tagli alla spesa pubblica) e al quadro macro, che rimane contrastante, senza contare che le attese delle trimestrali sono troppo ottimistiche. 

In Asia il 57% degli intervistati non prevede forti scostamenti delle quotazioni dagli attuali livelli della borsa di Tokyo, mentre il 62% stima  un rialzo delle quotazioni a Hong Kong e Shanghai. Sul fronte dei bond, infine, il ritorno su asset più rischiosi dovrebbe favorire l’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato tedeschi, dal momento che riduce i flussi verso i “porti sicuri”.

I prossimi mesi saranno importanti per convincere gli investitori che l’euro non è in discussione, con conseguente diminuzione del rischio politico e aumento dei prezzi dei titoli di Stato periferici, compresi i Btp italiani, conclude Morningstar: i money manager non ritengono più giustificato un sottopeso di questi ultimi, ma non sono ancora del tutto pronti a prendere posizioni aggressive.
 

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