Emergenti sotto tono ma lasciano ben sperare per il futuro.

E' questo il sunto del reporto di settembre sui mercati emergenti di Raiffeisen Capital Management.

 

Ad agosto i mercati azionari della maggior parte dei paesi emergenti sono stati caratterizzati da oscillazioni e nel complesso si sono mossi poco. Spiccano, tra l'altro, con forti aumenti delle quotazioni, la Repubblica Ceca e la Turchia, mentre le azioni cinesi si sono trovate un'altra volta dalla parte dei perdenti.

Nel complesso, è prevalso un atteggiamento di attesa prima dell'annuale convegno di Jackson Hole della Banca centrale americana, prima di eventuali decisioni di ampio raggio della BCE a inizio settembre e della sentenza della Corte costituzionale federale tedesca sul fondo salva-Stati ESM.

In generale, i rischi di un'escalation incontrollata della crisi del debito sovrano in Europa sono nettamente diminuiti nelle scorse settimane – cosa che si è rispecchiata, tra l'altro, nei recenti aumenti piuttosto forti dei corsi di molti dei maggiori mercati azionari europei.

 

Azioni
Al contrario, le azioni dei mercati emergenti (EM) viste nell'insieme non sono ancora riuscite a lasciarsi alle spalle delle performance sotto la media che, nel confronto internazionale, durano ormai da parecchio tempo. Uno dei motivi principali potrebbe essere la redditività in calo di molte aziende degli EM, cosa che si sta verificando in quasi tutti i settori e paesi. In parte questo potrebbe essere dovuto a fattori congiunturali ed essere risolto con una ripresa globale della crescita.

 

I fattori da monitorare
In parte sembrano, però, essere responsabili anche fattori strutturali di lunga durata, che non spariranno così velocemente e ancora meno da soli.
In quanto a questo, l'andamento del valore nel complesso molto contenuto dei mercati azionari dei paesi emergenti negli ultimi due anni rispecchia presumibilmente in gran parte le preoccupazioni del tutto fondate di molti investitori sulla dinamica degli utili in calo nel lungo periodo. Una situazione quasi analoga la troviamo peraltro negli USA, dove i margini di profitto e gli indici di redditività sono vicini ai livelli record storici nonostante una continua crescita debole.

 

Outlook
Da un punto di vista ciclico, nei prossimi mesi potremmo perciò assistere di nuovo ad aumenti delle quotazioni sui mercati azionari dei paesi
emergenti, poiché le prospettive economiche più deboli a livello mondiale sono state in gran parte già scontate nelle quotazioni azionarie. Questo vale ancora di più, se nella zona euro si avrà una netta distensione che duri più a lungo.
Allo stesso tempo, la maggior parte dei mercati azionari EM non è da considerarsi a buon mercato. Non sembra, però, ancora essere imminente alcun rialzo strutturale sui listini azionari EM. Almeno per i prossimi mesi sembra dunque più probabile una leggera ripresa sui listini azionari dei paesi emergenti, dove, nel breve periodo, sia le notizie economiche sia le misure della banca centrale e gli sviluppi nella zona euro potrebbero, a più riprese, trascinare in alto o in basso i corsi.

Focus sulla Turchia
L'economia turca non riesce del tutto a sottrarsi al trend generale della regione e mostra tuttora una tendenza al ribasso. Nel complesso, il quadro macroeconomico è, però, ancora piuttosto positivo.
Nella regione altrimenti tormentata dalla crisi (periferia euro, continui conflitti nell'Africa settentrionale e nel Vicino e Medio Oriente), la Turchia viene vista, oggi, come una sorta di "porto sicuro" ­ cosa che probabilmente fino a pochi anni fa quasi nessuno avrebbe considerato possibile. 

 

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