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Consulenti (ex-promotori), occhio alle "sette mine" da qui a fine anno

9/3/2012 | Massimo Morici

Dopo un'estate più tranquilla di come si immaginava, anche il percorso da qui a fine anno potrebbe essere meno agitato, ma non privo di ostacoli. Lo spiega Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos Partners


L’estate sta giungendo ormai al termine, rivelandosi più tranquilla di come si immaginava. E c’è chi azzarda l’ipotesi che anche il percorso da qui a fine anno potrebbe essere, pur vivace, meno agitato di come a volte si immagina.

Lo scrive, tra gli altri, anche Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos Partners, il quale però avverte subito gli investitori che la strada da settembre a gennaio 2012 è infestata da sette mine di vario tipo, in grado di scatenare reazioni di delusione sui mercati. Eccole:

1. Un ritardo nel Qe3 in America, se la Fed non lo annuncerà il 6 settembre ci sarà quindi una mezza delusione.

2. La decisione della Corte costituzionale tedesca il 12 settembre: i l mercato dà praticamente per scontata una decisione favorevole. Se così non sarà, la delusione sarà forte, mentre se la Corte ribadisse una forte opposizione all’assunzione di impegni illimitati da parte dell’Esm, la reazione dei mercati sarebbe modesta.

3. La Grecia. La Germania potrebbe sacrificare Atene sull’altare del rigore per coprire, agli occhi degli elettori tedeschi, il salvataggio di Spagna e Italia, anche se il mercato non dà grandi probabilità a questo esito infausto e noi nemmeno.

4. Il piano per salvare Italia e Spagna. Per ora sta funzionando a “energia verbale” ma Draghi cercherà in tutti i modi di mettere sul tavolo i soldi per l’intervento: ci saranno una miriade di dettagli (e quindi di trappole minate) da definire.

5. La crescita. Per adesso si vive della rendita derivante dalle basse aspettative dei mesi scorsi. Tuttavia, le aspettative aumentano e con loro cresce il potenziale per una delusione.


6. Attacco all’Iran. Un eventuale attacco sarebbe accompagnato da un imponente rilascio di riserve strategiche di petrolio in tutto il mondo, ma il potenziale per la volatilità rimane elevato.

7. Fiscal cliff. Dopo le elezioni, può succedere di tutto, da un accordo in 24 ore a un braccio di ferro prolungato e molto teatrale. In gioco, “c’è niente meno che una recessione americana (e quindi globale) nel 2013, questa è una mina molto grossa”.

Se questo è lo scenario, i “deboli di cuore”, scrive Fugnoli, dovrebbero uscire dai grandi rischi, di ogni genere, per poi ripresentarsi ad anno nuovo. Qual è, invece, un portafoglio in grado di approfittare delle opportunità che si offrono nei prossimi mesi? Una asset allocation ragionevole, secondo Fugnoli, potrebbe prevedere una base di corporate bond di varia qualità (di cui metà in dollari), qualche Treasury lungo da comprare su ribasso (a ogni mina evitata, come polizza di assicurazione per le mine successive), qualche petrolifero americano e un 20-25 per cento di paria europei, metà azioni e metà bond a 5-10 anni.

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