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9/3/2012 | Marcella Persola
Le cassandre di luglio sono state smentite. Il mese di agosto non è stato caratterizzato, come ipotizzato da alcuni, da attacchi all'area euro, anzi nei primi quindici giorni quest'area ha registrato delle buone performance sia in campo obbligazionario, sia in quello azionario. A sostenere questa teoria è Giorgio Mascherone, nel suo consueto outlook settimanale dove il responsabile investimenti Italia di Deutsche Bank scrive: "Oggi la situazione dei governi in Europa è molto più solida rispetto allo scorso anno e, inoltre, nell’agosto del 2011, i titoli di Spagna, Portogallo e Italia erano detenuti per poco più del 50% da sottoscrittori esteri, percentuale ora scesa attorno al 30% (con evidenti benefici in termini di stabilità). Rispetto ai minimi di giugno gli indici azionari hanno recuperato circa il 10% a livello globale (15,5% in Europa), con punte del 22,3% (Madrid), 18,5% (Milano) e oltre il 15% (Parigi e Francoforte). Negli Stati Uniti l’equity aveva sofferto meno in primavera, ma la performance degli ultimi 90 giorni è stata ugualmente molto positiva (attorno al 10%). Molto buono anche il recupero degli indici obbligazionari, tutti positivi, con un
netto miglioramento degli spreads dei Paesi periferici rinvigoriti dalle minori tensioni sulla moneta unica. L’afflusso di denaro sul reddito fisso non ha risparmiato, ovviamente, corporate e high yields, in particolare l’indice US HY che segna un rendimento annuale al 6,7% a fine agosto contro una media decennale attorno al 10%. Buono ovviamente il recupero della moneta unica, sia nei confronti del dollaro che, soprattutto, delle valute dei Paesi emergenti che stanno scontando i timori di un rallentamento più forte dell’atteso della loro crescita".
Se questa è la situazione che ci siamo lasciati alle spalle, così ipotizzare però per il prossimo futuro? Per l'esperto del colosso tedesco molto dipenderà dall’esito dei numerosi incontri che influenzeranno pesantemente i mercati finanziari. "Si comincia giovedì prossimo con la riunione del comitato monetario della BCE - ribadisce Mascerone - atteso un ulteriore taglio del costo del denaro (0,25%) ma anche ulteriori
misure di espansione monetaria e un forte sostegno (attraverso l’acquisto sul secondario) ai titoli di Stato dei Paesi periferici; a questo proposito attesissima la decisione della Corte Costituzionale tedesca (il 12) sulla liceità o meno dell’acquisto di titoli di Stato sovrani da parte della BCE (le aspettative sono per un giudizio sostanzialmente favorevole), a ruota seguirà la riunione dell’americana Fed che, molto
probabilmente, annuncerà l’estensione dell’attuale politica monetaria a tutto il 2015, ma attenderà ancora prima di di promulgare un nuovo QE".
Sulla base di queste osservazioni secondo l'esperto di Deutsche Bank l'asset allocation dovrebbe avere: "meno cash e un po’ più di obbligazionario governativo (periferico), soprattutto nelle scadenze tra i 2 ed i 5 anni che potranno beneficiare degli acquisti da parte della banca centrale. L’azionario non è visto in chiave negativa, ma sarà determinante la scelta dei titoli e dei settori. Tra le commodity incrementiamo l’oro e rimaniamo prudenti sull’euro, soprattutto nei confronti di quelle valute (emergenti) dove ha corso molto" conclude Mascherone.
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