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Cina: il dragone domato che spaventa gli investitori

7/23/2012 | Filippo Brunamonti

Secondo Rossana Brambilla, responsabile fondi azionari Asia e Paesi Emergenti globali di Sella Gestioni, dal punto di vista politico i mercati asiatici hanno di fronte un anno transitorio, in un contesto di forte rallentamento


 

Il dragone vive il suo periodo transitorio. Un limbo entro cui le regole cambiano di giorno in giorno (rispetto all'exploit del 2008) in un contesto globale di forte rallentamento.
"Negli ultimi mesi sono stati evidenti i segnali di rallentamento della Cina" conferma Rossana Brambilla, responsabile fondi azionari Asia e Paesi Emergenti globali di Sella Gestioni. Il rallentamento, dal punto di vista degli investitori internazionali, "si è riflesso principalmente sull’andamento del settore delle materie di base".
"Ciò che ha infastidito maggiormente gli investitori internazionali - prosegue Brambilla - è stato il fatto che il governo cinese non abbia dato indicazioni dell’intenzione di voler 'drogare' la crescita del paese (con effetti positivi a livello globale) come avvenuto nel 2008, ma che piuttosto intenda mantenere una linea di riequilibrio dell’economia cinese, smentendo infatti voci a proposito di maxi piani fiscali bis".

 
Di fatto il rallentamento in corso in Cina oltre ad essere collegato al contesto globale dipende fortemente dagli sforzi del Governo degli ultimi 2 anni per fare raffreddare l’economia. 
Secondo Brambilla, Ddopo aver messo in pista il maxi piano dedicato alle infrastrutture di fine 2008, "la Cina ha dovuto fronteggiare non pochi problemi:  dopo gli immediati benefici, è stato pagato soprattutto in termini di sbilanciamento dell’economia verso gli investimenti, eccessiva salita dei prezzi immobiliari ma soprattutto un’esplosione di debiti degli enti locali per la realizzazione delle infrastrutture, problema che tuttora deve essere risolto. Sarebbe assolutamente anomalo e fuori luogo un altro maxi piano dedicato alle infrastrutture". 

 
Tuttavia un buon segnale ai mercati dell’intenzione di sostenere la crescita è arrivato comunque dai due tagli dei tassi (dopo più di 3 anni di rialzi). Sicuramente positivo a questo proposito è anche la discesa dell’inflazione in corso.
"Con qualche giusta manovra equilibrata, il GDP del 2012 dovrebbe mantenersi nell’intorno dell’8%. Tuttavia di rilievo saranno gli sviluppi del contesto economico globale nei prossimi mesi".

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