Tempo di lettura: 2min

Mercati emergenti, preoccupazioni "made in Usa"

7/16/2012

Secondo il commento mensile a cura di Raiffeisen Capital Management i mercati emergenti mostreranno una dinamica di crescita in calo causata...


Mercati emergenti fiacchi e in stallo ancora per un po' di tempo.

 

E' questo il commento mensile sui mercati emergenti a cura di Raiffeisen Capital Management.

 


Sgaurdo al passato


Dopo le forti perdite delle quotazioni nel mese precedente, a giugno c'è stata in generale una notevole ripresa delle quotazioni sui listini azionari della maggior parte dei paesi emergenti. Sono cresciute in modo particolare le azioni turche, mentre la Cina e il Brasile si sono mostrati relativamente deboli.

 

I temi dominanti sono stati i dati economici quasi ovunque più deboli, le crescenti preoccupazioni sullo stato dell'economia cinese e l'ulteriore inasprimento della crisi finanziaria nella zona euro. Nonostante ciò, a giugno non abbiamo avuto nuove significative sorprese negative. L'esito sorprendentemente positivo delle elezioni parlamentari greche, dal punto di vista dei mercati finanziari, e nuove speranze di poter superare il dramma del debito dell'eurozona hanno dato agli asset più rischiosi un nuovo sensibile impulso a livello globale. Rimane, però, da vedere, quanto ancora durerà quest'atmosfera positivista. Poiché anche dopo il recente vertice UE, la zona euro è ancora molto lontana da una soluzione effettiva del problema del debito sovrano. In aggiunta, il taglio dei tassi da parte della banca centrale cinese ha agito da supporto ai mercati azionari e obbligazionari. Inoltre, il sentiment tra gli investitori era ed è complessivamente abbastanza pessimistico e cauto. Questo a sua volta lascia presupporre la possibilità di ulteriori riprese delle quotazioni in futuro.


Preoccupazioni

Per quanto riguarda i fattori negativi, invece, ci sono dei punti interrogativi sempre più grandi riguardo alla congiuntura USA. La fine di diverse agevolazioni fiscali l'anno prossimo e prime, timide misure di risparmio da parte dello Stato potrebbero far scivolare quest'economia, che è ancora la più grande e importante del mondo, in una recessione. Nella migliore delle ipotesi, dovrebbe saltare fuori una quasi impercettibile crescita reale, poco sopra lo zero. Insieme a un'attività economica in calo nella zona euro, questo avrà le sue ripercussioni anche sulla congiuntura dei paesi emergenti. Il problema è con quale forza e rapidità vi saranno percepiti questi effetti negativi. Il consumo interno e il commercio tra i paesi emergenti stessi dovrebbe, per il momento, rimane ancora piuttosto forte.

 

Outlook

Nel caso di un rallentamento più forte dell'economia mondiale, la Cina avrebbe la possibilità di adottare nuovi programmi congiunturali. A questo proposito, Pechino si comporterebbe, con ogni probabilità, in modo ancora più prudente che nel 2008/2009.

Nel frattempo, la maggior parte dei paesi emergenti mostra una dinamica di crescita in calo e gli indicatori anticipatori economici prevedono una continuazione di tale trend. In Cina, però, potrebbe essere già di nuovo in atto una stabilizzazione – a prescindere dal fatto che le statistiche economiche ufficiali del governo siano in una certa misura corrette. 

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?