"Il futuro sarà dominato dai banchieri centrali e dalla politica".

 

Così esordisce Francesco Tarabini Castellani, head of relationship management Fixed Income Products, in occasione del "Summer Outlook  2012" di Vontobel.

 

"Gli anni a venire determineranno l'era del grande delevereaging; le sei principali economie high income, affronteranno di fatto il grave problema della diminuzione del debito del settore privato. L'attenzione si sposterà su come pubblico e banche centrali si porrano di fronte a questa situazione strutturale. Se il privato venisse a mancare, dovendo rientrare nei debiti, ecco che a ridimensionare il tutto si occuperebbero governi e banche centrali" afferma Tarabini Castellani.

 

Investimenti

Sulla base di uno scioglimento dell'euro poco probabile Vontobel vede gli investimenti pù attraenti concentrati nelle obbligazioni di stato italiane e spagnole mentre le meno attraenti ricadono su quelle francesi e sul bund tedesco.

"Nel medio termine, da qui alla risoluzione della crisi o meglio alla definizione di una stabile struttura economica europea, assisteremo ad una elevata volatilità. Per questo come società siamo abbastanza cauti" conclude Tarabini Castellani.

 

Risparmiatori e istituzionali

Le due tipologie di investitori si muovono, secondo Matteo Villani, head of sales and relationship management dell'Italia di Vontobel, in maniera contrapposta, secondo esigenze diverse.

I risparmiatori sono spaventati dalla situazione attuale del mercato e questo porta spesso a passi falsi con prodotti dai rendimenti negativi per la sola ragione di avere la sicurezza di mantenere "i propri soldi".
Mentre tra gli investitori istituzionali incontriamo coloro che vogliono preservare capitale, volendo una parte al sicuro e altri che puntano all'azionario, "comparto nel quale vi sono ottime opportunità, ovviamente sapendo scegliere" afferma Villani.

 

La strategia di Vontobel si basa sulla filosofia value di Benjamin Grahm con un particolare focus sugli utili societari; i dividendi reinvestiti possono portore a rendimenti.

"Il mercato è fatto di singole aziende e le nostre, legate ai beni di largo consumo, hanno performato più del mercato. Il nostro globale ha reso il +4% con il mercato che ha perso il 7% (MSCI index)" conclude Villani.