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Investitori: è tempo di protesta in area Euro

5/29/2012

Quattro possibili scenari conseguenti all’uscita dalla Grecia dall’area Euro previsti da Steen Jakobsen, Chief Economist di Saxo Bank, che fornisce anche le implicazioni di investimento per ognuno di questi


 

“Ogni crisi ha tre fasi distinte: rifiuto, protesta, nuovo mandato per un cambiamento reale. In questo momento siamo nel picco della fase due”. Con queste parole Steen Jakobsen (nella foto), Chief Economist di Saxo Bank, banca specializzata nel trading e negli investimenti online, definisce la situazione di crisi che sta colpendo l’Europa. Una fase iniziata nel 2007 e che ha toccato il fondo nel 2009, mentre i governi rispondevano (e ancora rispondono) con una politica di attesa illusoria: rimandare continuamente il confronto inevitabile con il problema della solvibilità, stampando denaro e fingendo che questa fosse la soluzione reale alla crisi.
 
 
Steen Jakobsen definisce quattro possibili scenari conseguenti all’uscita della Grecia dall’area Euro, e fornisce le implicazioni di investimento per ognuno di essi:

 
1. Riduzione del cosiddetto “Aspetta e spera” (probabilità del 35%): è la conseguenza di un default sregolato della Grecia, che lascerebbe l’UE senza pagare i propri debiti. Questa situazione porterebbe ad una forte pressione sui paesi periferici e il mercato (future STOXX 50) toccherebbe il minimo del 2009 a 1765. L’investimento ideale prevede un 50% del portafoglio in cash, un 25% in posizioni short su CFD su indici globali o locali e un restante 25% in obbligazioni corporate di alta qualità.
 

2. Continuazione dell’ “Aspetta e spera” fino alla “giapponesizzazione” (probabilità del 45%): sarebbe l’incubo peggiore per la maggior parte delle persone in Europa e vedrebbe i governi continuare a tagliare i tassi e attuare misure di aumento della liquidità; un fallimenti non porterebbe necessariamente a un arresto (basti pensare al Giappone). In questa situazione è necessario avere assett class e un orizzonte temporale che protegga da crescita e rendimenti lenti: 25% su oro/argento, 15% su altre risorse tangibili quali prodotti agricoli ed energetici (ETF o CFD su commodity a seconda dell’orizzonte temporale di investimento), 25% in cash, 10% in obbligazioni corporate e 25% in azioni ad alto rendimento.

 
3. Germania per la salvezza (probabilità del 15%): per assicurare la sopravvivenza dell’unione attuale, la Germania, che ha sempre finito per supportare l’UE all’ultimo minuto, dovrebbe firmare una garanzia illimitata per il resto dell’Eurozona, misura non consentita dalla costituzione. Se, però, dopo l’uscita di due paesi dall’unione la Germania accettasse la formazione di un’Eurozona fiscale e la svalutazione della moneta unica, l’Europa sarebbe “salva”. In questo caso, Jakobsen consiglia un portafoglio diviso tra azioni di aziende solide (50%), Corporate Credits (25%) e bond italiani e spagnoli (25%); inoltre, essere short su EURUSD è un must in questo scenario.

 
4. Rivoluzione e guerra (probabilità del 5%): è la situazione meno probabile e prevede una perdita di fiducia nelle banche, nei governi e nella valuta locale, con conseguente avvicinamento al baratto. Non esiste una strategia di investimento veramente buona per questo scenario – comprare fisicamente oro, argento e altre risorse tangibili è l’unica soluzione.

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