E' fuga dal debito pubblico italiano e spagnolo. Secondo uno studio realizzato dall'agenzia di rating Fitch questo primo trimestre del 2012 si è assistito a un deflusso consistente di investitori internazionali. Un trend che potrebbe continuare.

 

Nel dettaglio l'agenzia di rating mostra come in Spagna si sia passati da una quota di debito in mano a investitori internazionali pari al 60 % nel 2008 al 40% dell'ultimo trimestre 2011 per poi scendere ancora nei primi tre mesi dell'anno al 34%. Per quanto riguarda l'Italia invece nel 2008 era in mano straniera circa il 50% del nostro debito, percentuale che è scesa fino a raggiungere il 32% nel primo trimestre. E non da segnali di ripresa per nessuno dei due paesi. Anzi secondo Fitch c'è il rischio elevato che questi flussi in uscita dai due paesi vada avanti nei prossimi trimestri fino a quando non emergerà una base di investitori stranieri con una maggiore propensione al rischio o le prospettive economiche di Spagna e Italia non miglioreranno. 

 

Secondo l'agenzia americana questo esodo dei primi tre mesi dell'anno è stato controbilanciato dai maggiori acquisti effettuati dalla banche del Vecchio Continente grazie alla liquidità a basso costo offerta dalla Bce, ma se questi deflussi dovessero proseguire, Fitch crede che l'Efsf/Esm potrebbe fungere da «investitore àncora» comprando bond sul mercato secondario per compensare l'uscita dei privati. Se questi deflussi non dovessero essere compensati in volumi sufficienti, il rischio sarebbe quello di una diminuzione della «disponibilità del credito», di una «pressione sui costi dei prestiti» e questo renderebbe necessario «un aggiustamento economico più veloce aumentando i problemi in Spagna e Italia».