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11/28/2024 | Daniele Barzaghi
L'offerta pubblica di scambio lanciata da UniCredit sul 100% di Banco BPM, vista la dimensione e le implicazioni, estende i suoi effetti ben oltre i confini italiani.
Prima vittima evidente è stata Amundi (in foto la ceo Valérie Baudson), principale asset manager francese ed europeo. La casa di gestione del gruppo Credit Agricole ha perso ieri sui listini oltre il 10% del proprio valore, raggiungendo la stima minima toccata dallo scorso febbraio.
Gli investitori hanno ben chiaro che l'Ops di UniCredit potrebbe danneggiare Amundi almeno in due modi: diluirebbe quota (9,18%) e ruolo della transalpina Credit Agricole, oggi primo azionista di Banco BPM, e accelererebbe la riduzione di quota di prodotti Amundi (arrivati a un picco dell'80%) dalla proposta di UniCredit, come da mesi annunciato da Andrea Orcel.
A maggior ragione se il risiko dovesse portare nel perimetro della banca di piazza Gae Aulenti anche Anima, primo asset manager italiano (finora) indipendente (su cui Banco BPM ha lanciato l'Opa che ha dato il via a questa stagione di possibile fusioni e acquisizioni); ridando a UniCredit la sgr forte che le manca dai tempi della cessione di Pioneer (proprio ad Amundi), sotto la gestione del francese Jean Pierre Mustier.
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