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7/6/2011 | Francesco D'Arco
Standardizzazione dei flussi informativi. E' questo il nuovo nome della dematerializzazione delle quote dei fondi aperti che avrebbe dovuto rivoluzionare il sistema distributivo italiano e che, invece, sembra finita in ghiacciaia.
Auspicata nel 2008 da Banca d'Italia, nel 2009 la dematerializzazione è stata oggetto di un tavolo di lavoro coordinato da Consob e dalla stessa Banca d'Italia che in un paper conclusivo annunciava che entro giugno 2010 sarebbe stato annunciato un piano operativo in cui risultavano ben definiti: il linguaggio da utilizzare, le procedure e le modalità di standardizzazione (con particolare riguardo alla tempistica di esecuzione dei processi, alle modalità di identificazione dei soggetti, al contenuto dei flussi informativi e dei trasferimenti monetari intercorrenti tra i partecipanti al processo distributivo dei fondi, ecc.); ed entro dicembre 2011 i diversi operatori di mercato avranno dato implementazione al menzionato piano operativo. Ciò implica l’adozione a livello di sistema di un unico linguaggio di comunicazione, nonché lo svolgimento dei processi di esecuzione degli ordini dei clienti secondo modalità e tempi uniformi.
A che punto siamo? Secondo quanto risulta ad Advisor, in effetti, un progetto pilota per verificare testare il processo di standardizzazione dei flussi informativi è partito ma non tutte le Sgr hanno aderito. Fonti vicine ad alcune Sgr estere che stanno partecipando al progetto pilota, che coinvolge una decina di società, rivelano che le due big del mercato, Pioneer ed Eurizon, oggi preferiscono stare alla finestra e aspettare gli esiti del test.
L'assenza dei big e il silenzio che ormai circonda la "dematerializzazione" spingono ormai molti a mettere in discussione la scadenza del 31 dicembre 2011 stabilita dal gruppo di lavoro del 2009.
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