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11/15/2012 | Roberto Abate
I gestori bocciano Wall Street e promuovono l’Europa. È quanto emerge dall’ultimo sondaggio condotto da Morningstar tra le principali società di gestione e intermediazione che operano in Italia. Le avvisaglie su un cambiamento di atteggiamento degli investitori si erano avute già a settembre, ma a novembre le prese di posizione diventano nette, non tanto per il miglioramento delle prospettive nel Vecchio Continente, quanto per il peggioramento Oltreoceano.
In particolare, i gestori confermano le previsioni sulle piazze finanziarie europee, che saliranno per circa il 67% degli intervistati, seppur tra molta volatilità. Sull’Italia sono più cauti. Uno su due prevede un rialzo del listino milanese nei prossimi sei mesi, un altro terzo si aspetta un’oscillazione attorno agli attuali livelli. Dopo il rally estivo, il Ftse Mib è sceso a causa delle prese di beneficio e continua a muoversi tra alti e bassi, appesantito dall’incertezza sull’economia e i futuri assetti politici.
I gestori, si legge nella survey, prevedono un rialzo dei rendimenti dei titoli governativi tedeschi a fronte di una diminuzione dell’avversione al rischio. Per la stessa ragione, le cedole delle obbligazioni governative periferiche dovrebbero scendere, con coseguente aumento dei prezzi. Nel caso dei Btp italiani, la ripresa delle quotazioni è in parte avvenuta e, secondo alcuni, i margini di miglioramento sono risicati.
Negli Stati Uniti, prosegue Morningstar, la Fed proseguirà nella politica espansiva per cui i money manager non si attendono grandi cambiamenti nell’andamento dei titoli di stato a stelle e strisce. Gli attuali rendimenti appaiono poco allettanti nell’ipotesi di ritorno alla normalità dei mercati finanziari. Per quanto riguarda le valutazioni azionarie, i gestori pensano che Wall Street sia tra le più care e sono divisi equamente tra chi prevede un rialzo, chi un’oscillazione attorno agli attuali livelli e chi un ribasso. I pessimisti sottolineano soprattutto l’aumento del rischio negli Stati Uniti, che allontana dai titoli azionari.
In Giappone, più della metà dei gestori non si attende grandi scostamenti delle quotazioni dagli attuali livelli nei prossimi sei mesi, mentre l’area asiatica rimane una delle preferite dai gestori, con il 61% degli intervistati che prevede un apprezzamento. Il peggio per la Cina sembra essere alle spalle.
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